Giuseppe Sala al 35,1 per cento e al 30,4 Francesca Balzani, la vice del sindaco Giuliano Pisapia. Nemmeno cinque punti di distacco. Dopo la foto con la riunione del suo comitato elettorale nella sede di Expo e l'archistar a cui aveva assegnato senza gara gli appalti messa all'opera anche alla villa di Zoagli con vista sul mare della Liguria, adesso c'è un sondaggio a far tremare Giuseppe Sala, numero uno di Expo e contemporaneamente candidato alle primarie del centrosinistra a Milano.Trema lui, ma trema anche il premier Matteo Renzi, che proprio su Sala aveva puntato tutte le sue fiches per commissariare la capitale economica d'Italia e che ora vede calare di botto le sue credenziali. Perché l'elezione del sindaco di Milano, insieme a quelli di Roma, Napoli, Bologna e Torino, potrebbe a questo punto trasformarsi in un vero e proprio tagliando per il suo governo. L'occasione per far dire finalmente agli italiani cosa pensino di lui e dei suoi ministri. Come ad esempio Maria Elena Boschi, Dario Franceschini, Maurizio Martina e Graziano Delrio, arrivati di corsa sotto la Madonnina per posare la mano sul capo di Sala e investirlo del carisma governativo.Senza un gran risultato: è più un bacio della morte, visto che in pochi giorni l'unto da Renzi ha dovuto incassare un meno 15 da brivido rispetto agli oltre 50 punti che gli venivano accreditati a fine dicembre e gli oltre 40 di qualche giorno fa. Un tracollo per l'uomo che, anche (se non soprattutto) grazie all'appoggio del premier Renzi, avrebbe dovuto vincere in carrozza la sfida delle primarie. E che adesso si scopre invece braccato dall'arcigna Balzani, data in gran rimonta dal sondaggio Lorien consulting mandato ieri in onda da La7 durante la trasmissione L'aria che tira.Solo un sondaggio, dunque, e quindi risultati da prendere con assoluta prudenza, vista la difficoltà di fotografare un voto così volatile come quello delle primarie, ma di certo un segnale del clima che in città (e in tutto il Paese) sta evidentemente cambiando. Soprattutto dopo l'endorsement fatto proprio da Pisapia a favore della Balzani, che ha visto crescere di quasi nove punti le sue quotazioni. Leggero calo per Pierfrancesco Majorino, l'assessore pd che vede scendere i suoi elettori dal 18,7 al 17,2, nonostante la promessa di mettere come suo primo atto la targa «Milano, città antifascista» sul muro del Comune. Come se ai milanesi non servisse altro. Solo voti virtuali, dirà chi già contesta gli autori del sondaggio. Ma Sala si deve essere innervosito parecchio vista la nuova raffica di gaffe regalata ieri durante la videochat del Corriere a risultati ancora caldi. «Non credo che Milano tornerà al centrodestra, è una città molto saggia», ha sentenziato. Evidentemente è bastato frequentare per poche settimane le sezioni del Pd per rimanere vittima dell'insopportabile complesso di superiorità morale della sinistra, che da sempre si attribuisce i voti «saggi». E dimenticare che per oltre vent'anni quella «città molto saggia» si è affidata a sindaci di centrodestra come Marco Formentini, Gabriele Albertini e Letizia Moratti che ne hanno cambiato il volto e risanato i bilanci. Non certo il nulla del sinistro Pisapia. Forse ancor più grave è aver scaricato sulla famiglia il pasticcio dell'architetto De Lucchi. «La storia - ha spiegato (si fa per dire) Sala - è molto semplice, mia moglie voleva cambiare architetto e ho chiesto a De Lucchi. Ho delle fatture da 88mila euro ed è stata una follia per quanto l'ho pagato».
La prova finalmente, come sospettava il Giornale, che a De Lucchi non siano state affidate solo delle «finiture esterne», ma forse addirittura l'intero progetto. E allora è davvero difficile pensare che una parcella da 88mila euro sia adeguata al lavoro di una tale archistar. Ecco, tanto affannarsi dei giornalisti e la responsabile c'era già. Sempre colpa delle mogli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.