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Palamara non ci sta: "Io espulso dall'Anm? Pronto a fare ricorso"

L’ex pm, imputato per corruzione a Perugia, è stato espulso dal sindacato dei giudici di cui è stato presidente. Pronta la controffensiva: "Impugnerò la decisione della mia espulsione"

Palamara non ci sta: "Io espulso dall'Anm? Pronto a fare ricorso"

"C’è una magistratura silenziosa che mi chiede di non mollare: impugnerò la decisione della mia espulsione dall’Anm". Luca Palamara non ci sta e promette così battaglia, dopo essere stato cacciati dal sindacato dei giudici per "reiterate violazioni del codice etico".

L’ex pm, imputato per corruzione a Perugia, annuncia l’intenzione di essere sentito dall’Associazione Nazionale Magistrati (che però gli ha già risposto "picche"). Ospite nel salotto televisivo di Omnibus su La7, Palamara ha infatti dichiarato: "Le decisioni vanno rispettate, però siamo in un ordinamento democratico e lo statuto prevede di poter impugnare la decisione. E lo farò davanti all'assemblea generale dei soci dell'Anm chiedendo nuovamente di essere sentito per spiegare le mie ragioni".

"C'è una parte della magistratura che chiede di dimostrare la mia innocenza, e di dimostrare quello che non ho mai ricevuto denaro", ha aggiunto e per queste ragioni, ha spiegato, "impugnerò la decisione. Non ci sto a fare da capro espiatorio, mi assumo le mie responsabilità. Voglio che non ci sia disparità di trattamento. Non è un problema di Palamara ma di un sistema che ha fallito". Un sistema, quello della magistratura italiana, che ha un’enorme "questione morale" da affrontare e risolvere e che imbarazza in toto la giustizia italiana

Insomma, Palamara è partito al contrattacco. E el corso della sua presenza nella trasmissione televisiva, ha sostanzialmente detto di essere stato incastrato da un sistema nel quale è stato eletto: "Io ho fatto parte di quel sistema non l'ho inventato io, io sono stato eletto in quel sistema".

A seguire, sono arrivate le scuse: "Chiedo scusa a tutti i cittadini e a tanti magistrati che si trovano travolti in questo momento mentre stanno occupandosi di giudicare un traffico di droga, un furto, una separazione. Qui parliamo della gestione del potere interno alla magistratura. Io mi sono trovato incastrato, inghiottito da questo sistema. Io ero animato dai più nobili ideali. Nel 2007 una legge ha stravolto la magistratura, c'è stata una corsa sfrenata a diventare procuratore della repubblica…".

Quindi, non che ce ne fosse bisogno – perché la cosa è arcinota – Palamara spiega come in magistratura vi siano correnti così come accade in politica: "Il sistema delle correnti in magistratura replica il sistema della politica, è esattamente lo stesso. L'interlocuzione con la politica si svolge su un piano di contatti e informazioni che rende autonomi i due mondi".

In ultima battuta è arrivato il commento sul collega Eugenio Albamonte, pm della capitale, che ha querelato proprio Palamara: "Sono rammaricato, non penso di avere offeso nessuno e sono ovviamente pronto a qualsiasi confronto.

Riconosco ad Albamonte che fu lui il primo a riconscere il vero problema, il carrierismo, e fui il primo a sostenerlo ribadendo di non ripercorrere in magistratura i giochi della politica, di evitare di fare il Cencelli".

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