Cronache

Da Palazzo Chigi fondi alla coop pro-migranti accusata di truffa aggravata

Ben 38 associazioni finanziate per la "Settimana contro il razzismo", tra cui anche l'onlus sotto accusa. Meloni: "Tutto questo mentre le imprese chiudono"

Da Palazzo Chigi fondi alla coop pro-migranti accusata di truffa aggravata

Agli italiani verranno chiesti nuovamente sacrifici. Non soltanto da un punto di vista sociale, ma soprattutto in chiave economica. In un periodo di crisi eccezionale come quello che stiamo vivendo ci si aspetta che lo Stato si concentri esclusivamente negli aiuti agli italiani per far ripartire il Paese, magari evitando di utilizzare risorse per questioni che per il momento possono attendere. Ma evidentemente quello dell'antirazzismo è ritenuto un fattore di assoluta priorità in piena pandemia. L'Unar - ovvero l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della presidenza del Consiglio dei ministri (Palazzo Chigi) - si occupa della 17esima "Settimana di azione contro il razzismo", quest'anno per il periodo che va dal 21 al 27 marzo.

Un appuntamento così importante che il 16 febbraio è stato approvato il decreto (clicca qui per leggerlo) contenente la graduatoria delle associazioni che riceveranno denaro per organizzare eventi in occasione della maratona. A percepire finanziamenti saranno 38 tra associazioni ed enti regolarmente iscritti al Registro "che svolgono attività nel campo della lotta alle discriminazioni e della promozione della parità di trattamento", per una somma complessiva di 346.968,07 euro. Certamente non si tratta di chissà quale cifra astronomica, va però sottolineato che la crisi da cui siamo stati colpiti ha lasciato (e lascerà) danni non indifferenti. Ma non è finita qui.

L'onlus sotto inchiesta

C'è infatti un altro fattore che sta provocando accese polemiche: tra le 38 associazioni beneficiate figura anche la Ruah. Si tratta di una cooperativa sociale a cui dovrebbero essere destinati 9.971,90 euro (le altre associazioni dovrebbero ricevere al massimo 10mila euro ognuna). Tutt'altro che un aspetto indifferente. Tra gli indagati nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione dei fondi pubblici destinati all'accoglienza dei migranti da parte di alcune strutture bergamasche c'è anche Bruno Goisis, presidente della Ruah. All'inizio di febbraio la Procura di Bergamo ha notificato l'avviso di chiusura indagini a ben 35 persone coinvolte in quell'inchiesta, tra cui ben 9 indagati appartengono alla cooperativa in questione. Vengono contestati "la truffa aggravata per conseguimento di erogazioni pubbliche e adempimento di contratti di pubbliche forniture".

L'edizione odierna de La Verità ricorda inoltre un episodio relativo all'inchiesta bergamasca ricostruito attraverso le intercettazioni telefoniche. Il 24 febbraio del 2018 Elena Carnevali - deputata del Partito democratico - avrebbe chiamato Goisis per chiedergli una mano per la sua campagna elettorale. "Ciao, senti, ho un’urgenza e ho bisogno di chiederti una mano in questo senso, tu riesci a darmi la disponibilità di avere tre braccia, cioè tre o quattro esseri umani, domani un paio di ore che mi aiutano ad imbustare, poi io i soldi li do a te, ci pensi tu a trovare il modo", sarebbero state le parole dell'esponente del Pd. Immigrati che poi sarebbero stati usati per imbustare i volantini dem. Un fatto che, va detto, per la Procura non ha rilievo penale. Ma che da un punto di vista politico ha scatenato un putiferio.

Le reazioni politiche

La prima furibonda reazione è arrivata da Giorgia Meloni, che sui propri social ha denunciato il fatto senza mezzi termini: "Mentre le imprese chiudono, le famiglie sono in ginocchio e i ristori non arrivano, le priorità di chi è a Palazzo Chigi sono sempre le stesse. Tutto cambia per non cambiare nulla". I parlamentari bergamaschi della Lega ritengono "decisamente inopportuno che la cooperativa Ruah possa ricevere un contributo da parte dello Stato". "Come può una realtà sotto inchiesta per truffa ai danni dello Stato, pur in presunzione di innocenza, ricevere ancora contributi dallo stesso Stato?", si chiedono Roberto Calderoli, Daniele Belotti, Simona Pergreffi, Rebecca Frassini, Alberto Ribolla, Cristian Invernizzi e Tony Iwobi.

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