Perché i viaggi del Papa hanno subito un brusco stop

Papa Francesco avrebbe potuto visitare la Cina, la Russia e l'Argentina. Pandemia, dolore al ginocchio e guerra in Ucraina hanno bloccato le visite apostoliche del Santo Padre

Perché i viaggi del Papa hanno subito un brusco stop

Il Papa che è stato scelto "dalla fine del mondo" sembra avere qualche difficoltà a riprendere la sua attività d'evangelizzazione in tutto il globo. E questo è vero almeno rispetto al profilo della presenza fisica di Francesco.

Sono almeno tre i fattori che stanno limitando l'azione esterna del pontefice argentino: la situazione geopolitica, che presenta tutta una serie di difficoltà e di equilibri da tenere in considerazione, il dolore al ginocchio con cui Jorge Mario Bergoglio deve fare i conti da qualche tempo (l'argentino ha dovuto rinunciare anche ad un incontro sul Mediterraneo a Firenze), lo stop che è derivato dalla pandemia che ha di fatto rallentato l'agenda che il successore di Pietro aveva programmato per questa fase del pontificato.

Sarebbe potuto essere il tempo dei viaggi storici: quello in Cina - una visita ventilata da dopo l'accordo che ha riconciliato Vaticano e Repubblica popolare cinese - , ma non se ne parla da tempo. E poi ancora la visita a Mosca, il luogo dove, per via del dialogo interreligioso stabilito con gli ortodossi di Kirill, l'unità simbolica del cristianesimo, un obiettivo a cui il Santo Padre non ha mai rinunciato, avrebbe potuto fare ulteriori passi in avanti. Ma la guerra scatenata in Ucraina da Vladimir Putin ha cambiato il quadro. L'Argentina, certo, che il gesuita non ha mai visitato da quando siede sul soglio ma, almeno per ora, la scaletta dell'uomo succeduto a Joseph Ratzinger non prevede un passaggio nella nazione d'origine.

Il summit con il patriarca Kirill a Gerusalemme non avrà luogo. Lo stesso Bergoglio, in una intervista a La Nacion, ha ammesso che la cosa avrebbe provocato troppa "confusione". E, come riportato in questi giorni da Domani, che ha presentato una disamina su questo "freno" ai viaggi papali, i prossimi passi annunciati saranno soltando due: la Repubblica democratica del Congo ed il Sud Sudan. Sempre che il dolore al ginocchio - quello che ha persino impedito al pontefice di dire Messa a San Pietro di recente - non costringa a cambiare programmi in corso d'opera ma non dovrebbero esserci di questi problemi.

Nessuno, in Santa Sede, si sente di smentire l'eventualià che Francesco, alla fine, decida di partire alla volta di Kiev. Anche il cardinale e segretario di Stato Pietro Parolin ha da poco ammesso che la possibilità c'è sempre. Se non altro perché nelle intenzioni dell'ex arcivescovo di Buenos Aires permangono tutte quelle azioni che potrebbero contribuire alla pacificazione in Ucraina. Ma certo non sarebbe il più semplice dei viaggi: la sensazione è che Bergoglio sia disposto a partire a patto che la cosa serva davvero ad interrompere le ostilità.

In sintesi, sono molte le visite

a risiedere sul piano della potenzialità ma poche quelle calate sull'atto pratico. Il 2022 potrebbe essere un altro anno da battuta d'arresto per la spinta evangelizzatrice del primo papa sudamericano della storia.

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