Cronache

"I militari? Scelta migliore per gestire l'emergenza Covid"

Crisanti afferma che, per gestire l'emergenza Covid, sarebbe stato meglio scegliere un ingegnere di Amazon. Ma si sbaglia. E soprattutto dimentica che, nel 2016, Jeff Bezos lanciò un piano per assumere 25mila veterani in cinque anni: "Siamo costantemente alla ricerca di leader in grado di inventare, pensare in grande e avere una predilezione per l'azione"

"I militari? Scelta migliore per gestire l'emergenza Covid"

"Noi militari...". Alessio Garofalo non indossa più la divisa, ma continua a sentirsi parte dell'Esercito. "L'Esercito ti rimane dentro. Mi ricordo che, da cadetto, il mio Capitano mi portò davanti alla colonna dell'Allievo del palazzo ducale di Modena, dove erano incise queste parole: 'Divorare le lagrime in silenzio, donare sangue e vita. Questa è la nostra legge e in questa legge Dio'. In questa frase si incarna il valore del sacrificio, inteso come un'opera per far crescere non solo te stesso ma anche l'istituzione alla quale appartieni. È l'Una Acies, la sola schiera, che rimane fortissima tra gli ufficiali. Ti senti parte per sempre".

"Noi militari", dunque. Ed è da qui che dobbiamo partire. Anzi, dalla storia di Alessio: "Ho iniziato a 19 anni, con l'Accademia militare: due anni a Modena e poi a tre a Torino. Sono stato assegnato al Settimo reggimento trasmissioni, in Friuli, dove ho fatto prima il tenente e poi il capitano. Sono stato molto fortunato perché il mio era un reggimento molto operativo e ho avuto modo di fare moltissime esperienze: sono stato due volte in Afghanistan, in Libano e in Kosovo. Ho avuto modo di incontrare, parlare, collaborare e confrontarmi con persone legate alla Difesa di altri Stati e rappresentare l’Italia in diversi contesti internazionali. Verso la fine della mia carriera militare mi sono iscritto al MIP, la Business School del Politecnico di Milano, dove ho conseguito un EMBA (un Executive Master in Business Administration, Ndr) e dove mi ha contattato il talent scouting di Amazon, proponendomi una posizione nel loro percorso dei talenti. Con Amazon ho coperto, in poco più di 4 anni, 7 diversi ruoli di Leadership, dal Regno Unito al Giappone, dove ho passato gli ultimi due anni della mia carriera amazoniana. Ora mi trovo in Arabia Saudita, come Director of Technology per Neom, la città del futuro immaginata dal principe Mohammed Bin Salman".

Quindi, contrariamente a quanto ha detto Andrea Crisanti, i militari sono importanti per Amazon?

Proprio così. Il mio curriculum militare ha pesato moltissimo perché Amazon ha una cultura molto pragmatica: quando valuta il tuo background cerca di selezionare le persone per quello sono e non come appaiono e riconosce che chiunque, se coerente con i principi di Amazon, può portare un valore aggiunto. Venire da una posizione militare di leadership è decisamente un valore aggiunto non indifferente per Amazon. Io ho fatto parte del lancio della pipeline del recruiting militare italiano per Amazon e l’esperienza di leadership era decisamente alla base della selezione dei candidati. La leadership è una di quelle soft skills difficile da maturare, richiede tempo, dedizione ed esperienza.

Ci puoi spiegare meglio per favore?

Bisogna scontrarsi quotidianamente con casi sempre nuovi e gestire i problemi in maniera sempre differente. I militari, ufficiali e sottufficiali, la maturano con il tempo. Il militare inoltre è pragmatico: gestisce situazioni molto complesse con poche risorse. In realtà come Amazon le risorse finanziarie non mancano, mentre la Forza armata ha sempre avuto ristrettezze di budget. Nel colosso di Seattle, però, c'è un principio che si chiama "frugality", che si sposa benissimo con l’esperienza militare. C'è poi la resilienza. Amazon è una azienda tosta in cui si lavora duro. Ti dà tanto e richiede tanto. Si impara a lavorare ad un ritmo straordinario, che ti porti dietro come valore aggiunto tutta la vita. La sua impostazione ti porta a crescere in maniera esponenziale in pochissimo tempo. Impari ogni giorno qualcosa di nuovo, diventando più rapido nell’approcciare e nel risolvere i problemi. Tutto questo si ricollega alla capacità militare di essere resiliente e capace al sacrificio: personale e di tempo. Non tutti sono adatti ad accettare questo tipo di impegni.

Come mai, secondo te, Mario Draghi ha scelto proprio il generale Francesco Paolo Figliuolo come nuovo Commissario straordinario per l'emergenza Covid-19?

Mario Draghi ha la mia più profonda stima. Ho avuto modo di lavorare in passato con Il Generale Figliuolo, una persona dall’esperienza eccezionale. Credo che con lui si sia voluto premiare la capacità esecutiva ed il pragmatismo. Perché lui piuttosto che, per esempio, un senior manager o dirigente di Amazon? La scelta di mettere un Generale a capo di questa situazione è, a parer mio, da ricercare nel fatto che i militari sono più abituati a gestire situazioni di emergenza sotto un alto livello di stress. Questa per l’Italia è sicuramente una situazione di grande emergenza ed inoltre Figliuolo, ha dimostrato brillantemente di saper gestire una realtà logistica complessa a capo del Comando Logistico dell’Esercito. Un manager o dirigente di Amazon senza dubbio porterebbe un incredibile valore aggiunto alla situazione, ma potrebbe essere meno adatto a questa specifica realtà.

Cioè?

Un dirigente civile sarebbe molto più impostato a raggiungere un determinato livello di efficienza cercando di strutturare un modello che funzioni a grande scala, ma in questo caso le variabili sono davvero considerevoli ed il fattore tempo impatta la vita di migliaia di persone. È per questo che un Generale esperto, a parer mio, rappresenta la scelta migliore. Figliuolo ha ricoperto ruoli di leadership in contesti in cui una decisione poteva far la differenza tra la vita e la morte. Esperienze come la sua, cambiano il modo in cui si prendono le decisioni in situazioni di emergenza, pochi dirigenti civili, anche in Amazon, potrebbero vantare la stessa lucidità mentale, e questo per me, fa la differenza..

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