La politica non è una banca

Più di un leader della nuova maggioranza si schiera al fianco degli imprenditori turistici beffati dalla chiusura-lampo delle stazioni sciistiche invernali

La politica non è una banca

Più di un leader della nuova maggioranza si schiera al fianco degli imprenditori turistici beffati dalla chiusura-lampo delle stazioni sciistiche invernali. Contemporaneamente il ministro Speranza non solo non fa una piega, ma sta valutando di richiudere tutta l'Italia proclamando un nuovo lockdown.

Non ci sarebbe nulla di male - ognuno la pensa come crede -, se non fosse che i due fronti sono parti del medesimo governo, il governo Draghi annunciato come quello della rotta certa e sicura. Ma allora, si va verso una stretta o un allentamento delle restrizioni antivirus? Vabbè, portiamo un po' di pazienza che il neo premier deve di fatto ancora insediarsi ma - consiglio non richiesto - Draghi farebbe bene a mettere con una certa urgenza un po' d'ordine nella babele dell'emergenza Covid, che genera solo ansia e provoca non pochi danni economici agli imprenditori lasciati senza certezze.

Si è detto, e io ci credo, che questo sarebbe stato un governo diverso da quello assai pasticciato che lo ha preceduto. Domani al Senato sapremo dalla viva voce del presidente quanto e come questa diversità prenderà forma. Il discorso di insediamento è atteso come manna dal cielo, colpa o merito dell'aspettativa creata dalla sua discesa in campo. Draghi è un generale abituato a comandare eserciti, quelli economici e finanziari, in cui colonnelli e truppe rispondono a rigide regole di obbedienza al capo e amano semmai tramare nell'ombra e in silenzio. La politica è cosa altra, ministri e leader di partito non rispondono al premier ma al consenso e al loro ego e per questo non possono essere né rimossi né zittiti, si chiama democrazia.

L'unico modo per impedire il caos è prendere l'iniziativa, giocare d'anticipo nella sostanza e pure nella comunicazione. Su ogni dossier gli italiani vogliono sapere, e credo ne abbiano il diritto, che cosa pensano non Tizio e Caio, ma il loro primo ministro, che è vero che non hanno votato, ma sicuramente hanno evocato e invocato. È un lavoraccio? Sì, lo è.

In altre parole e stando all'emergenza Covid, la strada che il governo intende percorrere è quella degli imprenditori o quella di Speranza? Alla guida ci saranno Arcuri e Ricciardi o si intende cambiare mano? Senza fretta, ma qualche certezza penso sarebbe utile dichiararla.

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