Ponte crollato a Genova

Ponte Morandi, l'inchiesta si allarga: altre 40 persone nel mirino dei pm

La Guardia di Finanza ha depositato presso la Procura di Genova una lista delle persone coinvolte a vario titolo nei lavori di manutenzione del ponte tra il 1992 e il 2012. Non si esclude prossimamente una nuova infornata di avvisi di garanzia

Ponte Morandi, l'inchiesta si allarga: altre 40 persone nel mirino dei pm

I nominativi di 40 tra tecnici e dirigenti di Autostrade per l'Italia, Spea e Anas, coinvolte a vario titolo nei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria di ponte Morandi tra il 1992 e il 2012, sono state iscritte in una lista depositata ieri dalla Guardia di Finanza presso la Procura di Genova. L'elenco, stilato dagli uomini della Gdf agli ordini del colonnello Ivan Bixio, si va aggiungere alle 20 persone già messe sotto indagine lo scorso settembre nel quadro dell'inchiesta condotta dalla Procura genovese guidata dal campo Francesco Cozzi, per accertare le cause e i responsabili del crollo del viadotto Polcevera.

Lavoro extra per i pm Massimo Terrile e Walter Cotugno, dopo il deposito in Procura - da parte della Guardia di Finanza - di un elenco di 40 persone coinvolte a vario titolo nei lavoro di manutenzione di ponte Morandi tra il 1992 e il 2012. Perché le fiamme gialli hanno preso in considerazione questo spazio temporale? Come si legge sul sito di Primocanale, proprio nel 1992 fu eseguito il'intervento di manutenzione sulla pila 11, rinforzando gli stralli di quella parte del viadotto. A quei tempi i compiti di vigilanza spettavano all'Anas e non alla Direzione generale del ministero delle Infrastrutture, che ha acquisito questi poteri soltanto nel 2013. Gli inquirenti sono al lavoro per capire se nel momento in cui furono progettati i lavori di consolidamento della pila 11, si fosse già a conoscenza dello stato di degrado dei piloni 9 (quello crollato) e 10, e perché non si intervenne.

Il progetto di retrofitting sugli altri due piloni fu deciso soltanto nel 2015 - dopo che Autostrade per l'Italia commissionò uno studio prima al gruppo Cesi, quindi al Politecnico di Milano - e approvato lo scorso giugno, due mesi prima del crollo. In ogni caso i lavori sarebbero partiti molto dopo e in base allo studio iniziale non erano previste limitazioni al traffico sul viadotto.

Nel frattempo procedono senza sosta gli interrogatori in Procura. L'ultima testimone a essere sentita dal pm Walter Cotugno è stata la dirigente di Autostrade Livia Pardi. Nel 1994, la funzionaria di Aspi aveva pubblicato uno studio che evidenziava un "degrado diffuso degli stralli sulle pile 9, 10 e 11". La pubblicazione di Pardi, alla luce di quanto poi accaduto, si concludeva con una previsione sinistra: "Assumendo una legge empirica che governa la velocità di degrado, la condizione limite viene stimata attorno al 2030".

Nel frattempo, via libera al rientro degli sfollati nelle loro case per il ritiro degli effetti personali.

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