Cronache

Professione 007: Luca Ostéria

La super spia al servizio dell'Ovra, maestro del doppiogiochismo e dell'infiltrazione

Professione 007: Luca Osteria

Storie incredibili, dalla seconda guerra mondiale alla Prima Repubblica, tra depistaggi, doppiogiochismo, fiumi di denaro e morti sospette. Professione 007 è la serie podcast nata dalla collaborazione tra Dark Side – storia segreta d’Italia e ilGiornale.it. Una nuova puntata qui ogni martedì alle 14.

A Berlino fa freddo all’inizio di marzo del 1929, ma nella sala dove si sta tenendo il congresso internazionale antifascista il clima è rovente. Ignazio Silone, che guida la delegazione italiana, fa cenno al più giovane del gruppo, quello che conosce meno ma che gli è stato caldamente raccomandato. Il ragazzo si alza in piedi, è il suo momento. Di fronte a una platea di uomini provenienti da mezza Europa, il giovane marinaio genovese lancia strali sui metodi di violenza fascista. Denuncia le tecniche d'interrogatorio, i pestaggi, i ricatti. Suggerisce di boicottare le merci prodotte nei paesi a regime fascista, di incentivare la cultura antifascista, di potenziare il Soccorso rosso. È un successo. Al termine dell’arringa, Silone si complimenta e annuncia al ragazzo che avrà l’onore di relazionare direttamente a Palmiro Togliatti sulla buona riuscita della missione. Il giovane sorride impacciato, si scusa e corre in bagno. Una volta da solo, si accende una sigaretta e si guarda allo specchio, pregustando il momento in cui relazionerà ai suoi veri capi.

Luca Ostéria nasce a Genova nel 1905 da genitori meridionali. Secondo di sei figli, a causa delle condizioni economiche precarie in famiglia, comincia presto a lavorare come mozzo sui mercantili. Divenuto uomo di fiducia di Costanzo Ciano, padre di Galeazzo, che apprezza la sua propensione allo spionaggio dopo avergli affidato il compito di monitorare le attività della sua amante, il giovane Ostéria entra presto in contatto con la polizia politica e a partire dal 1928 ci collabora come "libero professionista". Confidente di fiducia della questura di Genova, in pochissimo tempo Ostéria diventa il braccio operativo dell'Ovra, il servizio segreto fascista, specializzandosi nelle tecniche d’infiltrazione all’interno della rete comunista clandestina, in Italia e – soprattutto – in Svizzera e Francia.

Un legame che Ostéria non spezzerà mai, neppure dopo la fine del conflitto. Il trait d’union è il questore Gesualdo Barletta, che negli ultimi anni della Seconda guerra mondiale è a capo della nona zona dell’Ovra ma dopo il referendum che istituisce la Repubblica, nel settembre 1948, è nominato direttore della ricostituita Divisione Affari Generali e Riservati, incarico che manterrà fino al gennaio 1956. A lui, il 26 giugno 1950, Ostéria scrive da Genova una lettera accorata che ilGiornale.it mostra qui in anteprima: la spia di lungo corso si offre di seguire in prima persone “la questione del noto senatore comunista” a Genova, offrendosi per “tutte quelle attività che hanno una stretta funzione antiestremista”.

Grazie al suo lavoro svolto nell'ombra, centinaia di antifascisti finiscono nelle maglie della polizia fascista e altrettanti si vedono costretti a fuggire; Ostéria – nome in codice "Ugo" - sembra inarrestabile e, conquistata la fiducia dei vertici comunisti genovesi, viene inviato al seguito della delegazione italiana per partecipare al congresso internazionale antifascista di Berlino, al termine del quale, in un caffè di Parigi, incontrerà nientemeno che il Migliore, Palmiro Togliatti, al quale relazionerà sui risultati del congresso e dal quale riceverà una serie di documenti che, neanche a dirlo, compromisero ulteriormente la tenuta della rete clandestina comunista.

E proprio il PCI è da sempre l’obiettivo privilegiato di “Ugo” anche nel periodo post bellico. Lo dimostra un appunto riservato al Ministro dell’Interno della Questura di Milano, datato 26 giugno 1954. Il documento, qui presentato per la prima volta, ha per oggetto i contatti internazionali di Pace e Libertà, l’organizzazione anticomunista fondata da Edgardo Sogno, partigiano bianco e diplomatico, e cita una lettera aperta, pubblicata sul periodico di Pace e Libertà, proprio di Ostéria, indirizzata al segretario del PCI Palmiro Togliatti, in cui si accusano gli esponenti del partito di aver collaborato con l’Ovra.

Tornando alla storia del nostro uomo, una prima battuta d’arresto si registra nel 1930: sul quotidiano l'Unità compare una sua foto con sotto una didascalia inequivocabile: "Luca Ostéria detto Ugo è un truffatore ed una spia". Questo incidente di percorso non compromette la sua attività, anzi, da questo momento il "dottor Ugo" affinerà ulteriormente le sue tecniche, rendendosi ancora più invisibile di quanto non fosse prima.

Allo scoppio della guerra, con il nome di Giovanni Parodi, la sua specialità diventa il controspionaggio internazionale e il suo maggior successo si determina con la creazione di un'organizzazione politico-terroristica denominata "I Tigrotti". Con il beneplacito dell'Ovra e, in particolare, del capo della polizia Carmine Senise, del capo della polizia politica Guido Leto e del generale Mario Roatta (personaggi che troveremo anche al termine della guerra in ruoli chiave dello spionaggio), Ostéria, a capo di un gruppo ristretto di circa quindici uomini, stabilisce un solido contatto con i servizi segreti inglesi e con i gruppi antifascisti all'estero.

In particolare, avvia una collaborazione con il centro estero socialista diretto da Ignazio Silone, dal quale nasce un foglio clandestino che prende il nome di "Terzo Fronte". Abilmente mascherati da guerriglieri fedeli alla causa alleata, i Tigrotti ricevono preziose informazioni, cospicui finanziamenti, armi ed esplosivo. La farsa prosegue indisturbata fino all'8 settembre 1943, quando le sorti della guerra si ribaltano e la Germania nazista occupa l'Italia.

A partire dal 1944, Ostéria dà vita a un pericoloso doppio gioco. Formalmente alle dipendenze del comando tedesco di Milano e delle SS, che di lui si fidano ciecamente, avvia in realtà una fumosa collaborazione con la resistenza, in accordo con il comandante della Gestapo Theodor Saevecke, il boia di piazzale Loreto che al termine del conflitto venne arruolato nella Cia. E proprio al ruolo degli americani, si fa cenno in un appunto, che ilGiornale.it mostra qui per la prima volta, datato 3 novembre 1954 e che reca la dicitura “restituito dal sottosegretario”. Parlando dell’archivio di Pace e Libertà, gli americani dubitano della genuinità delle informazioni fornite da Ostéria ma, forse perché a loro noto, si dicono “pronti a passare a Pace e Libertà i documenti fotografati nel 1945”.

In questo ruolo di agente doppio, Ostéria contribuisce alla liberazione o alla fuga di molti antifascisti [aiuterà a fuggire in Svizzera anche Indro Montanelli], e stringe un rapporto di collaborazione molto stretta con Ferruccio Parri, detenuto presso l'Hotel Regina. E proprio Parri è citato in un appuntamento proveniente dall’archivio dell’Ufficio Affari Riservati. Nel documento, qui presentato in anteprima, è trattato lo spinoso tema dei rapporti tra i capi comunisti e la polizia italiana nel periodo clandestino, tema che abbiamo visto prima essere un ‘pezzo forte’ del ‘repertorio’ di Ostéria. Che infatti, riferisce l’appunto, dovrà essere avvicinato da Parri e dal senatore del PCI Umberto Terracini, per convincerlo a desistere dal suo intento di parlare di questi legami. Legami scottanti, che la spia avrebbe raccolto in una documentazione, inviata al senatore Merzagora.

Riannodiamo i fili della storia e ritroviamo Ostéria e i suoi uomini, il 26 aprile 1945, che partecipano all’insurrezione generale inquadrati nelle formazioni Giustizia e Libertà del Partito d’Azione. Fuggito in Svizzera, Ugo viene catturato dagli inglesi e trasferito in un campo di prigionia, da dove viene rilasciato su intercessione diretta di Parri e di molti altri antifascisti salvati dalle grinfie tedesche. E proprio nel corso del breve governo Parri, Ostéria sarà chiamato a formare un servizio informazioni alla dipendenza della presidenza del Consiglio, la cosiddetta "Squadra Ugo".

Terminata la breve esperienza del governo Parri, di Ostéria e della sua squadra si sa molto poco, se non che venne avvicinato dai servizi segreti inglesi per essere arruolato, ma che declinò l'offerta.

Morto il 5 novembre del 1988, Ostéria resta una delle figure più rappresentative dello spionaggio italiano e internazionale e, anche se non ne abbiamo la certezza, dobbiamo immaginarlo negli anni del dopoguerra in contatto con i suoi vecchi superiori come Leto, che entrerà nell’Ufficio Affari Riservati su invito di Federico Umberto D'Amato, e Roatta, fondatore del Noto Servizio, meglio conosciuto come l'Anello.

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