Coronavirus

La profezia choc del virologo: "Dobbiamo prepararci al peggio"

In diretta durante la trasmissione "Di Martedì", il direttore sanitario dell'IRCCS ha ammesso di essere rimasto spiazzato dal comportamento del virus: "Ha caratteristiche che non vedevamo, rispetto ad altri anni e a modalità con cui si diffonde. Gli asintomatici in particolare. Temo ci terrà compagnia per uno o due anni, ma sarà meno aggressivo"

La profezia choc del virologo: "Dobbiamo prepararci al peggio"

Non lasciano ben sperare le parole del virologo Fabrizio Pregliasco che, pur confermando una minor aggressività del Coronavirus riscontrata negli ultimi casi, consiglia agli italiani di preparasi ad affronare delle nuove ondate di contagi nei prossimi mesi. Questo virus, infatti, non ci lascerà tanto presto.

Intervenuto nel corso della trasmissione "Di Martedì", diretta da Giovanni Floris su La7, l'esperto dell'università degli studi di Milano e direttore sanitario dell'Irccs, ha parlato delle ultime scoperte effettuate sul terribile patogeno. "Speriamo che questo virus, come si sta vedendo adesso, in qualche modo sia meno pesante nei suoi effetti. Forse si modifica", afferma il virologo durante il collegamento. "Questi virus tendono a diventare più 'buoni', più diffusivi ma con meno complicanze. Questo lo vedremo. Questo virus ci sta veramente spiazzando", ammette. "Con caratteristiche che non vedevamo, rispetto ad altri anni, rispetto a modalità con cui si diffonde. Gli asintomatici in particolare".

Quindi arriva l'avvertimento: "Io temo che davvero questo virus ci terrà compagnia per un anno o due, dobbiamo prepararci allo scenario peggiore, ossia quello delle pandemie del passato. Con un'ulteriore ondata. Ma potremo limitarla con un'azione di individuazione dei casi e di mitigazione. Spero di non essere menagramo, ma dico dobbiamo prepararci al peggio, attrezzarci per far fronte al peggio, nella speranza e nell'ipotesi che si fa strada di una situazione più tranquilla, più gestibile, seppur con grande attenzione da parte dell'autodeterminazione di ognuno di noi".

Lo scenario previsto da Pregliasco, dunque, è quello di una prosecuzione del virus, che col tempo diventerà mano a mano più "compatibile" con l'essere umano. Un'ipotesi già avanzata da molti altri virologi. Lo stesso direttore sanitario dell'Irccs, ad inizio mese, aveva già espresso i propri timori: "Ho paura che questo virus diventerà endemico e ce lo terremo in conto tra i tanti virus respiratori: ce ne sono già 262 più i virus influenzali che fino ad ora sono stati i protagonisti delle stagioni invernali", aveva dichiarato nel corso di un'intervista radiofonica su Rai Radio Due. "Questo virus si inserirà tra i tanti perché il suo lavoro cercherà di portarlo a termine, cioè di infettare quante più persone possibili. Ad oggi siamo arrivati ad un valore che nelle zone colpite raggiunge probabilmente il 20% della popolazione.

Per un virus che ha questa capacità di contagio, i calcoli ci dicono che comincerà a frenare davvero quando avrà colpito il 60% o 70% della popolazione".

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