Quarta dose e Omicron: quante volte ci vaccineremo nel 2022

Il Prof. Matteo Bassetti ipotizza una somministrazione ogni sei mesi del vaccino anti-Covid nel 2022. Quarta dose sicura anche per l'epidemiologo Massimo Ciccozzi: ecco cosa ci hanno detto

Quarta dose e Omicron: quante volte ci vaccineremo nel 2022

Nel giorno in cui Israele, primo Stato al mondo, ha iniziato la somministrazione della quarta dose del vaccino anti-Covid presso l’ospedale Shbea di Tel Aviv sui 150 membri dello staff medico della struttura, ci si interroga se e quando questa misura potrà essere presa anche in Italia alla luce della nuova variante Omicron che in parte riesce a sfuggire agli anticorpi prodotti dalle prime dosi e con la terza in fase di studio.

2021: tre vaccini in un anno

Per provare a fermare i contagi, il generale Figliuolo ha affermato che è stato ulteriormente ridotto l'intervallo tra ciclo vaccinale e terza dose a quattro mesi. Esattamente un anno fa, il 27 dicembre 2020, prendeva il via la campagna vaccinale italiana. In un anno, il 2021, milioni di persone hanno già ricevuto tre vaccini: i primi due a distanza di tre o quattro settimane, il booster a distanza di cinque o sei mesi dal 1° ciclo e già somministrato a più di 17 milioni di italiani. Ben tre dosi di vaccino nello stesso anno: ma cosa accadrà nel 2022 in arrivo?

"Quarta e quinta dose? Non ci vedo nulla di male"

"Israele è un laboratorio a cielo aperto che sta facendo esperimenti un po' per tutti. Ci danno dei dati che sono serviti per la terza dose. Se loro procedono con la quarta dose per sanitari e le persone più anziane, avranno dei dati che indicano come l'immunità della terza dose abbia una durata limitata nel tempo", ha affermato al Giornale.it Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive all'ospedale Policlinico San Martino di Genova. Se l'efficacia degli anticorpi, ahinoi, cala così velocemente, è chiaro che il 2022 ci riserva dosi booster aggiuntive per fronteggiare la pandemia. "Aspettiamo per dare delle conclusioni definitive ma, se così sarà, ci sarà una quarta dose che potrebbe essere necessaria", sottolinea Bassetti, che ipotizza anche una quinta dose di vaccino anti-Covid per la seconda parte dell'anno.

"Se nel 2022 dovremo fare due dosi, una a distanza di sei mesi e un'altra a distanza dello stesso arco di tempo, lo vedremo. In ogni caso, le continue dosi servono per rafforzare il nostro sistema immunitario", ci spiega. Il punto è che per fermare il virus servono innanzitutto i vaccini, oltre ovviamente a mascherine, igiene e distanziamentio. Di certo, Bassetti è già preparato all'evenienza e non appare per nulla meravigliato, anzi. "Se dovremo fare una dose ogni sei mesi la faremo se ci consentirà di vivere meglio la nostra vita, affrontare meglio questo virus e depotenziare il Covid rendendolo molto più simile all'influenza che non a quella bestia terribile che avevamo visto inizialmente. Io non ci trovo nulla di male: ciò che oggi sembra strano, tra sei mesi sembrerà tutto più certo in base ai dati scientifici".

"Basta con lo stato di emergenza"

Muoviamoci così e vedremo, ci ha detto l'infettivologo, sottolineando quanto sia importante la prontezza del sistema Paese con tutti gli hub vaccinali pronti a reagire e somministrare, intanto, la quarta dose molto rapidamente. "La politica non deve continuare in uno stato di continua emergenza come quello in cui ci troviamo. I nostri hub vaccinali dovranno verosimilmente continuare a lavorare per tutto il 2022 per consentire le quarte dosi o, eventualmente, anche di farne successivamente anche una quinta". Come per l'influenza, che necessita di una dose l'anno, il nuovo calendario vaccinale anti-Covid ci ricorda che, per un virus che è molto peggio di quello influenzale, "forse dovremo vaccinarci due volte l'anno", sottolinea Bassetti.

Quando avremo il vaccino "aggiornato" per Omicron

La variante Omicron è molto più contagiosa di Delta al pari di virus come varicella e morbillo. La terza dose, però, sembra che possa coprirla "perchè stimola tantissimi anticorpi ma non sappiamo per quanto tempo. Pfizer e Moderna stanno predispondendo una dose di vaccino tarato su Omicron. Loro dicono che lo avremo a marzo ma il tempo necessario affinché venga approvato e commercializzato, probabilmente ne riparleremo per questa estate", afferma al Giornale.it il Prof. Massimo Ciccozzi, direttore dell'Unità epidemiologica all'Università Campus Biomedico di Roma. È probabile, quindi, che le quarte dosi saranno somministrate con il nuovo vaccino, fino ad allora il booster delle terze "garantiranno maggior sicurezza".

Ma c'è un'arma con la quale combattiamo il virus ogni giorno, sin da prima che ci fossero i sieri: le mascherine. Non ci dimentichiamo che quando non c'era il vaccino abbiamo combattuto il Covid e qualunque tipo di variante proteggendoci così. Anche questa volta, la mascherina è fondamentale", ci dice Ciccozzi. Interpellato anche lui su quarta e quinta dose ogni sei mesi, si trova sulla stessa lunghezza d'onda di Bassetti. "Vediamo, tutto dipende dai dati, da come ci comportiamo noi ma è possibile che la quarta la faremo tutti". In tal senso, le case farmaceutiche lavorano giorno e notte per il nuovo vaccino anti-Covid che, stando a quanto dichiarato da Pfizer, sarà pronto in circa 100 giorni. "È evidente che sarebbe bene lavorare sulla quarta dose per coprire meglio tutte le varianti. Che le aziende si mettano a produrre un vaccino che sia in grado di coprire bene anche la Omicron", afferma al nostro giornale il Prof. Bassetti.

Protezione e sequenziamento

L'evenienza prospettata dai due professori è dovuta alla breve durata protettiva indotta dai vaccini anti-Covid e la dimostrazione viene da Israele."Se gli israeliani oggi richiamano per la quarta, potrebbe voler dire che la durata di copertura possa essere sei mesi. Pensavo e speravo fosse più lunga, è anche variabile da persona a persona per cui è difficile fare una riflessione di ordine generale. Vediamo cosa diranno i loro dati per poter dire qualcosa in più", sottolinea Bassetti. Ci siamo dimenticati, però, di quanto siano importanti anche le cellule di lunga memoria del nostro organismo, che potrebbero proteggerci molto più a lungo di una dose di vaccino. "Non lo sappiamo perché non teniamo conto di queste, dovremo cercare anche i linfociti B e T di memoria. Per ora è tutto ancora da vedere, da verificare", ci spiega Ciccozzi.

L'Italia, poi, rimane molto indietro nel sequenziamento delle varianti: ecco perchè è impossibile stabilire con precisione "quale sia la reale prevalenza di Omicron in Italia, questo è il problema", ci dice il Prof. Ciccozzi. Come abbiamo recentemente visto sul Giornale.it, secondo l'epidemiologo romano avremo un picco di contagi a gennaio, poi dovrebbero man mano iniziare a scendere.

"Ma dipende anche da altri fattori, tra cui la riapertura delle scuole", conclude. Con l'augurio che il 2022 possa definitivamente stroncare il nemico, la strada da percorrere sembra, ancora, abbastanza lunga.

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