Cronache

Il dramma dei papà separati "Via i figli con la scusa Covid"

Sono molti i padri separati che hanno subito restrizioni al proprio diritto di visita da quando sono iniziate le misure restrittive per contenere l'epidemia di Covid: "Con la scusa del lockdown non mi hanno più fatto vedere mia figlia"

Il dramma dei papà separati "Via i figli con la scusa Covid"

"Mia figlia? In due mesi sarò riuscito a vederla una decina di volte a dir tanto, per qualche manciata di minuti". Daniele è un padre separato che in queste lunghe settimane di lockdown ha dovuto fare i salti mortali per rivendicare i diritti conquistati a fatica nelle aule di tribunale. Non è il solo. Come lui ci sono tanti papà che si sentono vittime collaterali di quest’epidemia. Un’epidemia che gli ha portato via la gioia di poter passare del tempo con i propri figli, spesso rimasti confinati nelle case dei genitori collocatari che, nel 90 per cento dei casi, sono le mamme. "Non a caso, durante il periodo di sospensione delle udienze, la maggior parte dei fascicoli arrivati sulle scrivanie dei giudici delle sezioni civili dei tribunali sono stati quelli relativi ai ricorsi urgenti, ex articolo 700, per il ripristino del diritto di visita da parte di uno dei due genitori", ci spiega l’avvocato Lorenzo Puglisi, del foro di Milano, specializzato in diritto di famiglia.

È quello che è successo a Daniele. La sua Odissea inizia con una telefonata della ex. "Mi ha detto che non avrei più potuto vedere la bambina, per via del coronavirus", ci racconta. Il giovane papà resta di stucco. È consapevole che vedere la bambina è un suo diritto, anche se c'è il lockdown. E così non si dà per vinto. "Quando ho deciso di andare a prenderla a casa della madre – va avanti - gli assistenti sociali hanno minacciato di chiamare i carabinieri". Da quel momento in poi i rapporti con la ex compagna si fanno sempre più tesi. Nonostante il giudice abbia riconosciuto a Daniele il diritto di vedere la figlia due giorni a settimana e due weekend al mese, gli incontri con la bambina durante la prima fase dell’emergenza sono centellinati. "La madre non mi faceva avvicinare – ci racconta - non potevo entrare in casa sua ma dovevo rimanere in giardino e incontrare la piccola lì, per pochi minuti".

La speranza che con l’inizio della Fase 2 le cose si sarebbero sistemate si infrange contro una richiesta di provvedimento "inaudita altera parte" presentata dai legali della donna. "Hanno chiesto al giudice che mi venisse negato il diritto di vedere mia figlia per tutta la durata dell’emergenza Covid, fino alla scoperta del vaccino". "Difficile che venga accolto – aggiunge – ma fa capire come tante madri stiano strumentalizzando il coronavirus per allontanare gli ex dalle vite dei figli". "Personalmente – ci confessa Daniele – mi sento abbandonato e preso in giro, perché le leggi che tutelano il mio diritto alla paternità ci sono, ma non vengono applicate". Per denunciare la sua condizione ha aperto una pagina Facebook, scoprendo che il suo non è un caso isolato.

"Purtroppo è una situazione comune a molti in questo periodo – ci conferma l’avvocato Puglisi – con il Covid diverse mamme hanno cercato di allontanare l’altro genitore nel tentativo vero o presunto di proteggere i propri figli dal virus". "Già l’11 marzo però – prosegue il legale - alcuni tribunali, come quello di Milano, sono intervenuti per affermare che il diritto dell’altro genitore non poteva essere soppresso". Il problema, secondo l’esperto, è che con l’avvicendarsi dei decreti è stato difficile stabilire regole chiare e universalmente applicabili. "Si sono accavallati più provvedimenti con norme incongruenti e in contrasto fra loro – ci spiega - che sommate alle ordinanze regionali, talvolta ancora più restrittive, hanno ostacolato l’applicazione di questo diritto".

Uno su tutti, il divieto di spostarsi da comune a comune o quello, tuttora in vigore in questa fase, di viaggiare da una regione all’altra se non per ragioni di urgenza o comprovata necessità. L’errore, secondo l’avvocato, è stato del governo, che "non ha posto i minori al centro dell’attenzione", creando problemi alle famiglie in generale e alle coppie separate in particolare. "Le direttive diramate finora dalle varie associazioni sono fondate soltanto sul buonsenso", spiega Puglisi. Il problema è che spesso nei divorzi di buon senso ce n’è ben poco. A prevalere è la conflittualità e a farne le spese il più delle volte sono i bambini. "Il rischio è che crescano orfani di padre, finendo per odiare questi papà assenti", riflette Daniele dietro la mascherina.

"Un bambino – aggiunge - non capisce perché il papà non viene, capisce solo che non c’è".

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