Cronache

Stuprata da Genovese Il racconto della vittima: "Diceva 'pippa, pippa'"

Parla la diciottenne vittima di stupro di Alberto Genovese: "Era violento e mi costringeva ad assumere droga. Avevo paura della sua reazione"

Stuprata da Genovese Il racconto della vittima:  "Diceva 'pippa, pippa'"

"Mi diceva 'pippa'. Sentivo che ero in pericolo di morte, ho avuto paura". Costretta ad assumere droga, poi sequestrata per 20 ore e violentata quasi fosse un corpo inanimato. È un racconto a dir poco rabbrividente quello della 18enne che ha denunciato la violenza sessuale subita da Alberto Genovese, l'imprenditore 43enne recluso nel carcere di San Vittore dallo scorso 6 novembre per stupro e spaccio di stupafacente.

Tutto ha inizio una sera di giugno. La ragazza si reca per la prima volta a "terrazza sentimento", il mega attico in piazza Beltrade, a Milano, dove Genovese e il suo amico Leali organizzano festini."Ero stata invitata da un mio caro amico di 23 anni, a sua volta amico della fidanzata di Genovese. - racconta la 18enne in una intervista al Corriere della Sera - Siamo andati in cinque amici". Droga a fiumi, servita su vassoi d'argento: "C'erano dei piatti da cui tutti potevano prendere cocaina e cocaina rosa. In qualsiasi festa della notte a Milano la trovi, ma non così tanta. C'era gente che conoscevo del mondo della moda e della musica, età dai 20 ai 30 anni. Un bell'ambiente che non mi appariva pericoloso".

La giovane, ignara di quanto le sarebbe accaduto successivamente, partecipa ad altri due party organizzati dall'imprenditore fino a quando, una sera di settembre, viene risucchiata in un pericoloso vortice. "Io e una mia amica siamo arrivate alle 20,30. - spiega -Eravamo indecise se andare o no perché nessuno dei nostri amici sapeva che c'era la festa e non eravamo amiche né del signor Genovese né del signor Leali. Poi sul tardi Leali scrive alla mia amica di venire ché là era figo e, visto che c'era un'altra festa alle 23, abbiamo deciso di passare". Attorno alle 22.30, le due ragazze decidono di abbandonare la festa; sono sulla porta quando Genovese le avvicina. "Non ho ricordi precisi. - chiarisce - La mia amica mi ha detto che avevamo deciso di andarcene anche perché lui aveva cominciato ad essere molto molesto nei nostri confronti, ci seguiva. Era come se ci stesse puntando. Infatti, ci siamo dette: 'Stiamo sempre insieme, non ci separiamo mai'. Appena arrivate abbiamo capito che c'era un ambiente strano. Solo una ventina di persone, molte ragazze e non conoscevamo nessuno. Genovese non lo conoscevo. Per me era quello che faceva le feste in Terrazza sentimento, che aveva fondato Facile.it (ne è uscito da anni, ndr ), il fidanzato di Sara. Non ci avevo mai parlato, non ci eravamo neanche presentati. Era arrogante".

Ad un certo punto, Genovese punta dritto alla 18enne: "Stava aspettando che qualcosa facesse effetto", commenta l'amico che l'ha accompagnata per l'intervista nell'ufficio dell'avvocato Luigi Liguori. "Ci ha passato qualcosa che solo io ho preso volontariamente. - prosegue la ragazza -La mia amica ha detto che dopo mi comportavo in modo molto strano. Era intorno alle 22, credo. Poi ho perso la memoria". Da quale momento, cala il sipario. La giovane si ritrova nell'alcova dell'imprenditore ma ricorda poco o nulla di quanto le è accaduto. "Non so come ci sono entrata. Ero sveglia, ma completamente andata. Non ricordo niente, mi sono svegliata sul letto. Credevo di aver avuto un incubo. Ricordo di avergli detto "Ma dove siamo andati ieri sera?". Solo dopo l'arresto ho saputo quello che era accaduto. Ho solo alcuni flash di quello che è accaduto. Avevo la sensazione che fosse successo qualcosa, ma era tutto talmente assurdo che ho pensato che fosse impossibile. Poi hanno cominciato a sovrapporsi i ricordi, i dolori, le manette, lui che si comportava in modo violento e voleva ancora costringermi ad assumere droga. "Pippa", diceva. Ho capito che ero in pericolo di morte e ho mandato messaggi alla mia amica con il telefonino".

Quasi fosse un avvoltoio, Genovese la sorveglia impedendole di abbandonare la camera da letto. "Lui era sempre intorno a me, avevo paura della sua reazione. - dice la 18enne -Non sapevo cosa fare, ho pensato: "Aspetto un attimo, capisco in che situazione mi trovo, magari mi sto solo facendo delle paranoie". Dopo un po' ho capito che davvero ero in pericolo, ma mi sentivo più sicura chiamando la mia amica che è venuta immediatamente sotto casa. Ho detto: "O mi fai scendere o lei chiama qualcuno. Appena sono arrivata in strada ho fermato una Volante della polizia che passava e ho detto che c'era stata la violenza". Genovese, fuori di senno, dà fuoco a delle banconote. "Non erano soldi miei, non ho alcuna idea del perché ce li abbia messi. Quando ho aperto la borsa, ho visto che dentro c'era un rotolo di banconote. Non so quante fossero. Qualcuno ha detto che ci siamo accordati per quel denaro. Non è vero. Poi le ha bruciate, ma questo l'ho saputo dopo".

Più di venti ore sequestrata in una stanza. I genitori della 18enne cominciano a preoccuparsi e le telefonano. "Mi vogliono molto bene. Nonostante la mia giovane età sono molto indipendente, sanno che faccio la mia vita. È capitato altre volte che non rispondessi per un intero pomeriggio, ma sapevano che ero andata ad una festa e pensavano che dormissi. - racconta la giovane - Appena mi sono svegliata gli ho scritto dicendo che stavo bene per non farli preoccupare. Dopo che ho denunciato la violenza li ho avvisati".

Da vittima di stupro a 'poco di buono' il passo è stato breve, specie dopo il tritacarne mediatico in cui la giovane è stata risucchiata. "Hanno detto che sono una escort. Io non ho mai fatto niente del genere, non mi hanno mai offerto dei soldi per andare a queste feste. Erano feste normali, non erano orge. Tutto questo mi sta facendo soffrire molto perché non lo trovo giusto. - spiega la ragazza -È come se volessero farmi pentire di essermi esposta e di aver denunciato. Io ho fatto una cosa giusta, non capisco perché mi debbano trattare così. Mi aspetto di essere appoggiata".

Dallo scorso sei novembre, Genovese è in carcere con l'accusa di stupro e spaccio di stupefacente. "Denuncerei di nuovo – racconta la vittima -Non c'è soddisfazione maggiore per me di vedere quell'uomo a San Vittore per causa mia. Da quanto sta emergendo, ha fatto queste cose per anni a tantissime ragazze". Alcuni testimoni dicono che con lui "bisognava fare attenzione". "No. Magari giravano voci tra chi lo conosceva meglio. Io andavo a Terrazza sentimento quando c'era una festa. Non andrei mai a casa di una persona di cui si dice che violenta le ragazze", spiega la giovane. Si parla di un pranzo con amici di Genovese prima che cambiasse avvocato e di una ipotesi di risarcimento. "Abbiamo preso solo un caffè con delle persone tra cui alcune che tempo fa hanno avuto rapporti con lui. Ho cambiato avvocato tramite conoscenti che non hanno alcun collegamento con Genovese. Volevo un professionista esperto e stimato. Non ci sono trattative in corso per un risarcimento".

Dalle carte dell'inchiesta emergono nuove testimonianze di ragazze abusate che aggravano la posizione dell'imprenditore. Ma potrebbero esserci altre vittime che non hanno ancora trovato la forza di denunciare. "Vorrei dire a queste ragazze che cose possono essere più comuni di quanto pensiamo. Se potessi tornare indietro, ci sono alcuni comportamenti che cambierei". Da qui a breve potrebbe avere inizio un processo. "Non so se andrei in aula.

- conclude la 18enne - Vorrei solo guardarlo in faccia per vedere come mi guarda".

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