Quindi, oggi...

Il regalo di Biden a Putin, il ceffone da Oscar e Abramovich: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: la guerra del gas, lo schiaffo di Will Smith e Mancini

Il regalo di Biden a Putin, il ceffone da Oscar e Abramovich: quindi, oggi...

- lo vedo scritto su tutti i quotidiani, però Will Smith non ha dato un “pugno” al comico agli Oscar, ma un ceffone. Altrimenti Chris Rock non avrebbe continuato il suo show ma si sarebbe rotolato per terra col naso fracassato

- l’uscita dell’attore americano distrugge in un minuto tutti gli appelli politicamente corretti al volemose bene, contro il bullismo, sul rispetto dei diritti, sull’uguaglianza e sulla non violenza: quando uno viene toccato sul vivo, o vuole difendere la moglie, non ci sono perbenismi che tengano. Anche al più politically correct degli attori di Hollywood partono i cinque minuti (o i cinque secondi). Deprecabile, ma decisamente umano

- Mancini resta Ct della Nazionale (bene) e riparte da Verratti e Zaniolo (male). Nessuno dei due, per ora, ha dimostrato di avere la stoffa dei campionissimi cui siamo stati abituati nel recente passato. Dispiace dirlo, ma è così

- dicono gli analisti internazionali: la frase di Biden su Putin che dovrebbe “andarsene” è stato il più grosso regalo all’autocrate russo dall’inizio della guerra. Favorisce la narrazione complottista sugli Usa che cercano di sovvertire l’ordine nazionale della Grande Russia. Bella cavolata, mr Joe

- la scelta di Mancini è saggia. Restare in Nazionale è l’unico modo per non segnare la carriera con una macchia indelebile: magari tra due anni ci scappa un altro miracolo europeo e allora questa tragica eliminazione dal Mondiale sarà dimenticata

- il G7 non intende pagare il gas in rubli. Ma Putin non farà “elemosina”. Chi dei due ha il coltello dalla parte del manico? Tutti, e nessuno. Alla Russia servono i pagamenti per tenere in piedi l’economia. All’Ue per i prossimi tre anni più o meno servirà il gas russo. La gara è a chi cede prima

- avvelenato forse Roman Abramovich. Non si sa ancora molto, però una cosa è certa: i negoziati tra Ucraina e Russia sono tutt’altro che idilliaci. Altra cosa: tanto di cappello al coraggio di Abramovic che fa avanti e indietro in aereo tra Russia, Turchia e Ucraina. Nel senso che in quei cieli volano missili, batterie anti-aere e simili. A fare la fine del topo ci si mette poco

- altro dettaglio che dobbiamo considerare sulla guerra in Ucraina: in solo 1 mese di guerra, Kiev ha perso 565 miliardi di dollari di cui 119 per le infrastrutture distrutte. Quando finirà la guerra, ci sarà da ricostruire un Paese già non ricchissimo. Un dramma nel dramma

- Kiev sostiene di avere fonti di altissimo livello in Russia tra esercito, ambienti politici, amministrazione presidenziale. Addirittura l’Ucraina avrebbe "accesso all'intero complesso di difesa militare in Russia” ed avrebbe avuto coscienza dei preparativi di Mosca per l’invasione già dal novembre 2021.

Bisogna sempre far la tara con la propaganda, ma sarebbe un colpo enorme: una voragine enorme nel sistema di potere di Putin. Possibile? Boh, ma è degno di nota

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