Scuola, spunta l'ipotesi di riaprire il 7 gennaio

Sembra accantonata l'ipotesi della riapertura delle scuole a dicembre: il governo lavora per far tornare gli alunni in classe a gennaio

Scuola, spunta l'ipotesi di riaprire il 7 gennaio

La riapertura delle scuole sembra ormai definitivamente slittata a gennaio. Dopo la riunione di ieri sera sembra essere definitivamente tramontata l'ipotesi di una riapertura in extremis a dicembre prima delle vacanze di Natale. Il governo sembra orientato a far slittare di un altro mese il ritorno in classe degli studenti delle scuole superiori e delle ultime due classi delle scuole medie. Ancora non c'è stata una decisione definitiva ma l'ipotesi della riapertura dopo le vacanze assume contorni sempre più probabili, così come l'intenzione di non chiuderle più fino alla fine dell'anno. Decisioni definitive dovranno essere prese in queste ore, tanto che a Palazzo Chigi si sta riunendo nuovamente il vertice tra il governo e i capidelegazione per sciogliere anche il nodo della scuola.

Sembra essere definitivamente tramontata anche l'ipotesi del ministro De Micheli di riaprire le scuole a dicembre, con la possibilità di tenerle aperte anche il sabato e la domenica per diluire l'afflusso degli studenti. La proposta aveva destato molte polemiche sia dalle forze politiche che dagli operatori della scuola. Il ministro dei trasporti, appurato che non sarà possibile tornare al riempimento all'80% prima dell'estate ma sarà necessario mantenere il 50% di capienza, ha affermato che attualmente la soluzione migliore sarebbe "lo scaglionamento degli ingressi e delle uscite da scuola. Tra le 7 e le 9 di ogni mattina la metropolitana e gli autobus sono pieni, per poi viaggiare semivuoti dopo le 9,15. Dobbiamo spalmare l'entrata e l'uscita degli studenti sulle prime dodici ore della giornata, dalle 8 alle 20". Una soluzione che sembra difficile da realizzare a causa della carenza di personale nelle scuole. Ancora pià complicata sembra essere l'attuazione del resto della sua proposta: "Siamo in emergenza e credo sia necessario fare lezioni in presenza anche il sabato e la domenica. Sono decisioni che vanno condivise con tutto il governo, ma, dicevamo, siamo in emergenza e bisogna far cadere ogni tabù. Ce lo chiedono diverse Regioni. Anche gli orari delle attività produttive dovranno essere cambiati, cadenzati".

Da ottobre a oggi, però, la situazione del Paese per quanto riguarda l'organizzazione delle scuole non sembra essere cambiata e le problematiche che hanno portato alla chiusura persistono. Per questo motivo appare sempre più distante la possibilità di una riapertura imminente, entro le festività natalizie. L'auspicio è che le scuole riescano a ripartire a gennaio ma che, nel frattempo, venga trovata una soluzione praticabile per evitare gli assembramenti sui mezzi pubblici. Solo così le scuole potranno ripartire in sicurezza il prossimo 7 gennaio.

Bonaccini: "Ci faremo trovare pronti per gennaio"

Sulla questione poco fa è intervenuto anche Stefano Bonaccini, governatore dell'Emilia Romagna e presidente della Conferenza delle regioni: "Io penso si aprirà i primi di gennaio perché la quasi totalità delle regioni preferisce così. La cosa che mi interessa non è qualche settimana in più o in meno: a me interessa che al più presto i nostri ragazzi tornino a scuola, che sia al 50% o all'80%". Al Tg3, il governatore ha posto il focus sui problemi nel lungo periodo: "Alle superiori, perché di questo si tratta in Emilia-Romagna, rischiamo di non renderci conto del danno che i ragazzi subiscono a stare per troppi mesi a casa. È giusto fare le lezioni a distanza per proteggere la salute ma se queste proseguono troppo a lungo noi rischiamo di avere un danno sull'apprendimento. E poi la scuola è anche socialità". Il primo pensiero sono i traporti: "Noi siamo pronti a fare le cose per bene a partire dal potenziamento del trasporto pubblico e io penso che andrebbero differenziati anche gli orari anche su qualche turno pomeridiano per avere meno assembramento".

Giannelli: "Riaprire le scuole a gennaio? Ragionevole"

L'idea di riaprire a gennaio convince anche il presidente dell'associazione nazionale presidi Antonello Giannelli, che ha così commentato all'Adnkronos: "Credo che sia la cosa più ragionevole, in questo modo ci sarà il tempo per mettere a posto le criticità. Nel caso di una riapertura a dicembre forse il tempo non sarebbe bastato, se non per i piccoli centri". Anche per lui, il nodo cruciale da sciogliere prima di riaprire le scuole è il trasporto pubblico locale inseme alla medicina di territorio, oltre che trovare le risorse umane per garantire gli eventuali doppi turni: "Con uno sforzo intenso e una collaborazione molto spinta ce la possiamo fare. Bisogna ci sia la volontà di lasciare da parte le polemiche e agire in modo sinergico, se invece si continuerà nell'addossare le responsabilità ad altri rischiamo di non farcela. Sono fiducioso che prevarrà il senso di responsabilità di tutti, lo dobbiamo al Paese".

Licei aperti a dicembre: la proposta del governo

Se tutti sembravano aver accolto con positività l'idea di tornare sui banchi a gennaio, ora pare che dal governo qualcuno si stia opponendo. Nello specifico, ci sarebbe qualcuno che vorrebbe la riapertura dei licei nelle zone gialle già a dicembre.

L'idea è quella di tornare gradualmente sui banchi riducendo man mano la didattica a distanza nelle zone in cui il rischio di contagio è inferiore. Nessuna decisione è ancora stata presa ma la discussione è in corso in vista del prossimo Dpcm ma tutto dipenderà dai dati dei contagi del prossimo monitoraggio dell'Iss.

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