Il pm ora bacchetta Scanzi: "Non aveva diritto al vaccino"

Non è rilevabile la violazione di una legge specifica, ecco perché non è possibile neppure procedere per la via del reato di abuso d'ufficio

Il pm ora bacchetta Scanzi: "Non aveva diritto al vaccino"

Il diretto interessato aveva già assolto sè stesso per la squallida vicenda di cui si era reso protagonista, ora arriva anche la richiesta di archiviazione da parte della procura della Repubblica di Arezzo, che aveva aperto un fascicolo conoscitivo: Andrea Scanzi non aveva alcun diritto di anticipare la propria vaccinazione, ma dal punto di vista giuridico-legale non si viene a configurare alcun tipo di reato.

Il "caregiver", quindi, potrebbe tirare a breve un sospiro di sollievo: il salto di fila non dovrebbe comportare per lui alcuna conseguenza. Chissà se, a questo punto, l'impunità dei furbetti del vaccino continuerà a preoccupare il padre di Scanzi, alias "Orso grigio" sui social, che si era rivelato parecchio critico contro la categoria, almeno prima che il figlio entrasse a farne parte a pieno diritto."Qui siamo invasi dai De Luca e da tutti gli altri variopinti furbetti se è vero che un terzo delle vaccinazioni sono toccate a gentaglia che non ne aveva diritto ma che è riuscita a imbucarsi al posto di quelli che ce l’avrebbero avuto", commentava infatti Luciano Scanzi dal suo blog. "Ma non mi risulta che nei loro confronti siano stati presi provvedimenti di qualche tipo. Eppure è stato un abuso, per la mia legge un reato, che forse è costato, o costerà, la vita a qualcun altro". Nessuna parola, tuttavia, sulla vicenda del figlio, che aveva addirittura ringraziato pubblicamente il suo medico per la vaccinazione.

Si, perché nel momento in cui l'intera vicenda venne a galla, non solo Scanzi non si scusò pubblicamente per l'esecrabile gesto, ma anzi spiegò agli italiani che avrebbero pure dovuto celebrare il suo nobile altruismo: "Larga parte degli italiani avrebbe dovuto ringraziarmi perché mi sono vaccinato in un momento storico in cui nessuno avrebbe voluto fare il vaccino AstraZeneca. Io ho accettato proprio perché volevo dare un segnale agli italiani", aveva infatti dichiarato Scanzi dopo il polverone sollevato dalla vicenda.

Il giornalista aveva anche parlato del suo ruolo da "caregiver" per giustificare l'anticipo della vaccinazione: "Mi sono messo in lista perché ne avevo diritto come caregiver che assiste i suoi genitori anziani e fragili", si era poi giustificato Scanzi.

Ma secondo il pubblico ministero Marco Dioni, Scanzi non rientrava in alcuna categoria vaccinale tra quelle per cui era stata pensata l'inoculazione del siero lo scorso marzo e pertanto non aveva alcun diritto ad anticipare i tempi.

Da un punto di vista squisitamente giuridico-legale, tuttavia, per la procura della Repubblica di Arezzo non si configura alcun reato nella sua condotta. Questo anche a seguito della riforma del reato di abuso d'ufficio, sulla quale stava per l'appunto lavorando la procura.

Affinché sia riconoscibile il reato di abuso di ufficio nella condotta di Scanzi, dovrebbe sussistere la violazione di una legge o di un regolamento, cosa che per il pm Dioni non sarebbe accaduta in

questo episodio. Ciò significa infine che, anche se eticamente il gesto è da ritenersi censurabile, dal punto di vista squisitamente giuridico non è penalmente perseguibile. Ecco il perché della richiesta di archiviazione.

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