Coronavirus

Rimini, gambiano Covid-positivo scatena il panico in ospedale

Il racconto degli operatori sanitari che hanno dovuto affrontare da soli le violenze dello straniero: “Una vera e propria furia che, oltre a minacciare di morte il personale, se l'è presa anche con il suo compagno di stanza. Ci chiamano eroi, ma per l'ennesima volta siamo stati lasciati da soli”

Rimini, gambiano Covid-positivo scatena il panico in ospedale

Sono ancora sotto choc i sanitari dell'ospedale Infermi di Rimini che giovedì scorso si sono ritrovati a gestire da soli la furia di un giovane gambiano ricoverato all'interno dell'area dedicata ai pazienti affetti da Coronavirus e più che mai deciso a lasciare il reparto per tornare all'aria aperta. Il soggetto, purtroppo, non è nuovo a simili comportamenti, dato che nell'ultimo periodo ha fatto spesso parlare di sé.

Arrivato con sintomi sospetti al pronto soccorso dell'ospedale di Lugo all'inizio di questo mese, il 20enne africano era stato subito sottoposto a tampone faringeo e tenuto sotto osservazione. Risultato positivo, in data 9 aprile il soggetto era riuscito a scappare dalla propria camera di degenza ed a lasciare il nosocomio, scatenando il panico. Erano stati gli uomini della Polfer a rintracciarlo mentre si aggirava nella stazione ferroviaria di Rimini. Catturato dopo aver fra l'altro commesso un furto, il giovane era stato immediatamente portato all'ospedale Infermi, dove avrebbe dovuto continuare il periodo di quarantena e di terapia. Tutto inutile dato che, tempo poche ore, il gambiano aveva nuovamente tentato la fuga, riuscendo ancora una volta ad allontanarsi dalla struttura ospedaliera che lo aveva in cura.

Il 20enne era stato fortunatamente riacciuffato in breve tempo dagli agenti della polizia ferroviaria, che lo avevano ancora una volta trovato in stazione e riaccompagnato in ospedale. Col passare dei giorni, tuttavia, l'atteggiamento per nulla collaborativo dell'extracomunitario non ha fatto che peggiorare, fino a sfociare nel raptus violento avvenuto durante la notte fra gli scorsi giovedì 16 e venerdì 17 aprile. Oltre a dover sopportare il massiccio carico di lavoro e la tensione dovuti alle tante ore trascorse all'interno di un reparto complesso come quello dedicato al Covid-19, medici ed infermieri hanno dovuto anche fronteggiare le ire dell'africano, stanco di essere recluso e deciso ad andarsene.

Lo straniero, riportato la seconda volta da noi nella notte tra giovedì e venerdì, ha iniziato ad essere ingestibile. Una vera e propria furia che, oltre a minacciare di morte il personale, se l'è presa anche con il suo compagno di stanza”, raccontano i sanitari, come riportato da “RiminiToday”.Impauriti abbiamo allertato in piena notte la direzione sanitaria, la questura e la prefettura. Purtroppo, per il personale sanitario aggredito, nessuno è mai intervenuto. La sorveglianza interna e neppure le forze dell'ordine possono accedere ad un reparto Covid, così i sanitari hanno dovuto fronteggiare da soli ed inermi un folle in preda al delirio di distruzione. È giusto che si sappia che gli operatori sanitari, da tutti acclamati come eroi, per l'ennesima volta sono stati lasciati in balia delle onde completamente soli. Per fortuna nessuno è rimasto ferito, ed è stata evitata l'apocalisse. Se i 30 pazienti del reparto, tutti positivi e tutti liberi di poter uscire dalle loro camere, si fossero fatti prendere dal panico e avessero abbandonato il reparto? Come minimo avrebbero contagiato tutto l'ospedale! E senza che alcuna forza dell'ordine muovesse un dito per impedirlo in tempo”, prosegue lo sfogo.

“Tanta amarezza ed un sospiro di sollievo per il pericolo scampato. Ma forse solo rinviato, in quanto il paziente è ancora ricoverato, e minaccia regolarmente i sanitari. Le forze dell'ordine hanno iniziato a raccogliere le testimonianze dei presenti, per procedere ad un eventuale arresto, che sembra però improbabile. Due fughe dai pronto soccorsi romagnoli non sono sufficienti per l'arresto, perché è sempre libero di allontanarsi e rifiutare le cure. La libertà dell'individuo sopravanza la salute della collettività. Neppure le minacce di morte a pubblici ufficiali, i sanitari in servizio, sono state sufficienti. Neppure la violazione della quarantena, da parte di un soggetto positivo al Coronavirus. Evviva gli eroi di oggi, tanto declamati da tutti i giornali: medici, infermieri ed oss a cui volta le spalle persino la polizia".

Dopo l'accorato appello, l'esagitato soggetto è stato spostato in un'altra camera, dove ora è piantonato dagli agenti della penitenziaria.

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