Cronache

Roma, manager tedesco ucciso durante un incontro sessuale

Oliver Degenhardt è stato ucciso durante un incontro a sfondo sessuale con due romeni conosciuti in chat e un loro amico

Roma, manager tedesco ucciso durante un incontro sessuale

È stato ucciso durante un incontro a sfondo sessuale con due romeni conosciuti in chat e un loro amico il manager tedesco Oliver Degenhardt, assassinato il 6 novembre nella sua casa nel quartiere San Lorenzo a Roma. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori del Nucleo investigativo di via in Selci quella sera il manager era andato a cena con una collega e durante la serata aveva contattato i due romeni Laurentiu Madalin Dragan, 26 anni, e Sebastian Marcel Zamfir, per organizzare l’incontro a casa sua.

I due, che avevano frequentato altre volte la casa della vittima, avevano portato con sé un amico, Costantin Cristinel Andronache. Non è ancora chiaro come l’incontro sia degenerato in omicidio. Un’ipotesi al vaglio è che la vittima abbia sorpreso i suoi ospiti a rubare ma non si esclude che alla base del delitto possa esserci un gioco erotico finito male.

Quel che è certo è che i tre hanno portato via dalla casa alcuni oggetti di valore e prima di lasciare l’appartamento hanno appiccato il fuoco per far sparire le tracce. Tutto si è svolto nel giro di 50 minuti: i tre sono arrivati a casa del manager alle 23.10 e i pompieri sono entrati nell’appartamento per spegnere l’incendio intorno a mezzanotte. In base a quanto emerso dall’autopsia il manager tedesco è morto per strangolamento.

"L’omicidio è avvenuto con modalità molto cruente - ha spiegato durante la conferenza stampa il comandante provinciale dei carabinieri di Roma Salvatore Luongo - Non è chiaro se ci sia stato un atto sessuale, comunque c’è stata una fortissima lite. Le indagini classiche, tecniche e gli accertamenti scientifici ci hanno consentito di arrestare i tre pericolosi malviventi".

Alla conferenza hanno partecipato anche il comandante del Nucleo Investigativo di via In Selci Lorenzo D’Aloia e il comandante del Reparto operativo Giuseppe Donnarumma. A permettere ai carabinieri di chiudere il cerchio, oltre all’analisi dei tabulati telefonici, alle intercettazioni e alle immagini registrate dalle telecamere, è stata un’impronta digitale trovata sulla scatola dello smartphone rubato dai romeni e ritrovato poi nella baracca del padre di uno dei tre, l’artista di strada Ionel Dragan, 44 anni. L’uomo è stato rintracciato nell’insediamento abusivo sulle sponde del Tevere dove viveva.

Nel corso della perquisizione domiciliare, sono stati rinvenuti alcuni degli oggetti asportati nel corso della rapina in casa del manager tedesco. È accusato di favoreggiamento reale e ricettazione. Per gli altri tre arrestati l’accusa è invece di omicidio e rapina in concorso: sono stati rintracciati in Romania Laurentiu Madalin Dragan, 26 anni, e Sebastian Marcel Zamfir, 28 anni, mentre è stato arrestato in Norvegia Costantin Cristinel Andronache, 23 anni, tutti destinatari di un mandato di arresto europeo e ritenuti gli autori materiali del delitto.

Il giorno successivo all’omicidio Madalin Dragan, Zamfir e Andronache si sono immediatamente allontanati dal territorio nazionale con un pullman. Dragan, catturato a Buzau, è stato rintracciato grazie ad alcune comunicazioni telefoniche, valutate alla luce di alcune informazioni contenute sul profilo Facebook dell’indagato. La polizia romena ha rintracciato e arrestato Sebastian Zamfir nella città di Galati dove era stato localizzato grazie alle informazioni acquisite dalla polizia romena a seguito dell’arresto di Dragan. Il monitoraggio delle comunicazioni della cerchia relazionale di Andronache, la cui identificazione è stata consentita attraverso gli accertamenti dattiloscopici del Ris dei carabinieri di Roma, ha consentito di localizzarlo in Norvegia, nella città di Ski. Gli arresti sono stati eseguiti in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Roma, Nicola Di Grazia, su richiesta del Sostituto Procuratore Giovanni Musarò.

Gli arresti sono arrivati a conclusione delle ininterrotte e articolate indagini, svolte con la collaborazione della polizia romena, attivata dal Nucleo Investigativo di Via In Selci attraverso il Servizio di Cooperazione Internazionale delle Forze di Polizia (Interpol).

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