"Le sanzioni hanno fatto flop. L'Europa...". Il reportage di Dibba dalla Russia

Il primo reportage dalla Russia di Di Battista sembra quasi un dispaccio del Cremlino. "Le sanzioni hanno fallito, qui le persone vivono normalmente". Nessun cenno, invece, alle criticità della presidenza Putin

"Le sanzioni hanno fatto flop. L'Europa...". Il reportage di Dibba dalla Russia

"La Russia non è isolata, le sanzioni fanno flop". Parola di Dibba. Dal Paese di Vladimir Putin arriva la prima corrispondenza firmata dall'ex parlamentare grillino e il contenuto è tutto un programma. A leggere il reportage pubblicato dal Fatto Quotidiano, infatti, si rimane confusi: sembra quasi di scorrere un dispaccio del Cremlino, tra descrizioni prive di spirito critico e annotazioni che paiono strizzare l'occhio all'anti-occidentalismo di Mosca. E meno male che, prima di partire, Alessandro Di Battista aveva assicurato di volersi addentrare nel mondo russo "per comprendere e non parteggiare".

I buoni propositi di Dibba, però, devono essersi esauriti rapidamente. Nel servizio comparso ieri sul quotidiano diretto da Marco Travaglio, il novello corrispondente da Mosca ha offerto il ritratto di un Paese che "segna vittorie in campo militare" e fa fronte ai tentativi di danneggiamento occidentali. Invece di approfondire cosa sta accadendo da quelle parti e di stigmatizzare la propaganda dello Zar, l'ex pentastellato ha posto l'attezione sull'attivismo del capo del Cremlino e sulle sue strategie internazionali. Poi ha osservato: "Il mondo sta cambiando a una velocità impressionante e si ha la sensazione che tutto questo in Europa non venga percepito adeguatamente".

Di seguito, l'affondo contro le sanzioni occidentali alla Russia. "A oggi non hanno portato né al collasso dell'economia, né alla defenestrazione di Putin", ha osservato Di Battista. E ancora, più avanti: "Se gli obiettivi delle sanzioni sono quelli menzionati dai leader europei, a oggi non sono stati raggiunti". Nelle stesse ore, tuttavia, il ministro delle finanze russo proponeva di tagliare le spese per 1,6 trilioni di rubli (circa 29 miliardi di dollari) per pareggiare il bilancio. A Mosca - ha proseguito il reporter del Fatto - "le persone vivono normalmente invadendo i ristoranti, i parchi pubblici e i centri commerciali". Ma è lontano dalla capitale che aumentano i supporter del presidente. Sai che scoperta: tutte informazioni largmente note anche a chi vive lontano dal Paese.

Il resoconto di Dibba forniva informazioni indispendabili come quelle sui nuovi fast food che hanno rimpiazzato i McDonald's: "stanno andando a gonfie vele...". Qualcuno, forse, si sarebbe aspettato notizie inedite, approfondimenti sul dissenso negato e focus sulla propaganda che nasconde ai cittadini le atrocità compiute dall'esercito in Ucraina. Sarà (forse) per il prossimo reportage.

Anche per questo, la prima corrispondenza di Dibba è stata bersagliata da critiche e da pareri differenti tra loro. "È andato in Russia per dire le stesse cose che diceva a Roma", ha commentato polemicamente un'utente su Twitter, rispondendo a un post dello stesso Di Battista.

Più severo un altro commentatore: "Fai commenti che sono esattamente quelle che hai fatto in Italia, perché non analizzi a fondo lo stato reale dell'economia russa, non la facciata che ti mostra la propaganda".

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