Cronache

Sassari, arcivescovo attacca chi privilegia i migranti sugli italiani

Monsignor Paolo Atzei bacchetta gli "esterofili demagogici": "Senza dimenticare i patimenti dei forestieri è giusto prima di tutto occuparsi dei poveri che abbiamo in casa"

Sassari, arcivescovo attacca chi privilegia i migranti sugli italiani

L'arcivescovo di Sassari monsignor Paolo Atzei non ha dubbi: sostiene che privilegiare i migranti rispetto agli italiani sia ormai quasi una moda, mossa da una esterofilia collegata ad interessi poco chiari. "Senza dimenticare i patimenti dei forestieri è giusto prima di tutto occuparsi dei poveri che abbiamo in casa ".

Sono parole che hanno fatto molto discutere, quelle del titolare della diocesi del Nord della Sardegna, estrapolate da un'intervista concessa al sito cattolico "Lafedequotidiana" quattro giorni fa e destinata a spaccare l'opinione pubblica.

Già, perché su un tema delicato come quello dell'immigrazione gli animi sono facili a scaldarsi. E sui quotidiani locali è scoppiata la polemica, con il quotidiano la Nuova Sardegna che ha attribuito l'intervista a una testata online di estrema destra, "Riscatto Nazionale" (che invece si era semplicemente limitato a riprenderla dal sito cattolico).

Nonostante i fraintendimenti, però, l'arcivescovo ha scelto di non cedere alle richieste di chi gli domandava di smentire l'intervista: con un comunicato pubblicato sul sito dell'arcidiocesi, monsignor Atzei ribadisce quanto detto. "Non c'è nulla da smentire sulla sostanza perché quelle parole rispondono al principio di prossimità pratica - scrivono dall'ufficio comunicazione sociali dell'arcivescovo - Che comincia dalla propria persona e nella fede si proietta oltre i confini della propria casa, famiglia e Patria. San Tommaso afferma in merito: “Caritas incipit ab egone”. Ossia: la carità comincia dal proprio io. Questo non esclude ogni altro da noi, tanto più quando è in situazione di bisogno, compreso e abbracciato con amore cristiano. "Il titolo dato all’intervista falsa il suo contenuto e crea dei pregiudizi e tendenziosamente offre una chiave di lettura impropria. Una applicazione provocatoria? Alzi la mano chi a Sassari pensa prima allo straniero e poi a se stesso. Non risulta che siano tante le famiglie che hanno accolto un migrante o rifugiato in casa propria. Fare comunicazione distorta è troppo facile, specie sulla pelle altrui, cercando un facile bersaglio chiunque capiti a tiro. Vivere invece coerentemente è un po’ più difficile.

Chi può dire che la guida di questa diocesi non pensi e non si impegni concretamente a beneficio dei migranti? I fatti attestano chiaramente questo, con o senza la Caritas."

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