Gli sciacalli sul caso Almasri

Chi se ne frega del fetentone Almasri. Giorgia Meloni non è il premier della Libia, ma ha giurato sulla Costituzione di difendere sicurezza e interessi dell'Italia. Per questo, coerentemente, ha fatto rispedire al mittente il più velocemente possibile un pacco che avrebbe potuto esplodere in mani italiane

Gli sciacalli sul caso Almasri
00:00 00:00

Sono pronto a scommettere: non c'è un solo italiano intellettualmente normodotato interessato al caso Almasri, il generale torturatore libico espulso di tutta fretta dall'Italia nel gennaio scorso. Le opposizioni, supportate dalla magistratura, hanno azzannato la questione come una iena azzanna la sua preda, i giornali avversi al governo stanno provando a trasformare il fatto in una sorta di Watergate - lo scandalo del 1972 che in America fece cadere il presidente Nixon - in versione spaghetti western.

Lo diciamo chiaro e forte: chi se ne frega del fetentone Almasri, o meglio: Giorgia Meloni non è il premier della Libia, non il segretario dell'Onu, neppure Madre Teresa di Calcutta. È il primo ministro dell'Italia, e come tale ha giurato sulla Costituzione di difenderne sicurezza e interessi. Per questo, coerentemente, ha fatto rispedire al mittente il più velocemente possibile un pacco che avrebbe potuto esplodere in mani italiane, sia dei non pochi italiani che operano in Libia che di quelli - il terrorismo libico è sempre in allerta - in patria. Punto.

Non c'è nulla di più né nulla di meno e fa specie che ex presidenti del Consiglio come Conte e Renzi che ben conoscono i doveri di un capo si divertano a girare il coltello nella piaga attaccandosi a cavilli degni non di statisti ma di azzeccagarbugli. Passino i magistrati che non hanno alcun senso del bene superiore e dai quali non ci si può aspettare nulla di buono, nulla che vada oltre il loro triste, modesto e spesso disonesto orizzonte culturale; passino i loro gazzettieri sprovvisti di qualsiasi senso della realtà e che rispetto ai problemi di cui parlano non hanno alcuna responsabilità.

È che quando la lotta politica diventa un attacco alla sicurezza nazionale vuole dire che si sono persi i basilari della democrazia.

Sarebbe come fare le pulci a Giovanni Falcone sulle procedure che ha usato per convincere Buscetta a smantellare la mafia, ai nostri servizi segreti su come siano riusciti a liberare i tanti italiani finiti ostaggi di gruppi terroristici in giro per il mondo. Se si perde il senso dello Stato si perde pure il diritto a guidarlo, cosa che gli italiani, stando ai sondaggi e al totale disinteresse per il caso Almasri, pare abbiano molto chiaro.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica