Cronache

Un mese di indagini e sospetti: cosa sappiamo del giallo di Bolzano

A cinque settimane dalla scomparsa dei coniugi Neumair, il giallo di Bolzano continua a riservare colpi di scena. Benno resta in carcere ma il corpo di Peter non è stato ancora ritrovato

Un mese di indagini e sospetti: cosa sappiamo del giallo di Bolzano

Una coppia di coniugi bolzanini, Peter Neumair e Laura Perselli, che scompare nel nulla il pomeriggio del 4 gennaio. Un ragazzo di trent'anni, Benno Neumair, in stato di fermo in carcere con l'accusa di aver ucciso, e poi gettato nell'Adige, i genitori. Tracce di sangue, sospetti e silenzi. Sono questi gli elementi fondanti del "Giallo di Bolzano", uno scenario delittuoso in cui si intrecciano irrisolti familiari ed eventi drammatici. A cinque settimane dall'inizio di uno dei casi di cronaca nera più complessi degli ultimi anni, le indagini sembrerebbero ad un punto di svolta. Sabato scorso, il fiume ha restituito il corpo di Laura Perselli, ora manca all'appello quello del marito Peter. La verità potrebbe essere ad un passo, custodita nel silenzio sospetto di Benno o negli elementi repertati dai Ris tra il ponte di Vadena e la villetta al civico 22 di via Castel Roncolo. Gli inquirenti navigano a vista ma il rebus s'infittisce: chi e perché ha ucciso la coppia?

La scomparsa dei coniugi Neumair

Pressappoco alle ore 22 del 5 gennaio 2021, Benno Neumair, supplente di matematica in una scuola media con la passione per il bodybuilding, si reca dai carabinieri di Bolzano per denunciare la scomparsa dei genitori. Si tratta di Laura Perselli, 68 anni, e il marito Peter Neumair, di anni 63. Il ragazzo racconta di non avere più notizie dei familiari dal giorno precedente seppur condivida con loro l'appartamento al civico 22 di via Castel Roncolo. Nella versione fornita ai militari dell'Arma racconta che li avrebbe visti, per l'ultima volta, nel tardo pomeriggio del 4 gennaio. Poi sarebbe uscito, dapprima per portare a spasso il cane e, verso le 21, per fare una passeggiata sull'altopiano del Renon. Successivamente, sarebbe andato a trovare l'amica Martina con la quale avrebbe trascorso la notte. Al mattino seguente, attorno alle ore 8, sarebbe rientrato a casa. La porta della camera da letto dei genitori era chiusa e dunque, supponendo che stessero ancora dormendo, sarebbe uscito nuovamente. L'allarme è scattato qualche ora più tardi, quando anche la sorella Madè, medico e scrittore di 26 anni che vive a Monaco di Baviera, si è insospettita dell'assenza prolungata dei genitori. Chiamate a vuoto al cellulare, nessun segnale di vita su WhatsApp. Il presagio, poi confermato dalla successione tragica degli eventi, che sia accaduto loro qualcosa di terribile.

I sospetti su Benno e le ricerche

A poche ore dalla denuncia della scomparsa, i vigili del fuoco di Bolzano mettono in moto la macchina dei soccorsi. Tra i pochi dettagli forniti agli inquirenti, Benno avrebbe riferito ai militari che i genitori erano soliti frequentare la zona del Talvera o il lago di Costalovara, dove pare avessero intenzione di andare a pattinare proprio il giorno della scomparsa. È lì che si concentrano le ricerche dei vigili del fuoco di Bolzano mentre un team di sommozzatori perlustra in lungo e in largo il fiume Isarco. A supporto delle squadre specializzate, anche l’elisoccorso dell’Alto Adige e l’elicottero della Guardia di Finanza. Ma dei coniugi Neumair neanche l'ombra: nessuno sa dove siano finiti e non vi è traccia del loro passaggio nelle località indicate dal giovane. L'ultima persona ad averli visti però, è proprio Benno. Gli inquirenti non escludono nessuna pista ma il giovane finisce nel mirino della procura di Bolzano. Un'inchiesta senza nomi certi ma fitta di ombre sul giallo. Il trentenne fornisce una versione dei fatti poco attendibile e, soprattutto, non convince il motivo per cui ha lanciato l'allarme 22 ore dopo la presunta scomparsa. Come mai ha aspettato così a lungo?

Tracce di sangue sul ponte e l'accusa di duplice omicidio

La svolta nelle indagini, coordinate dai pm Igor Secco e Federica Iovene, arriva quando i carabinieri del Ris di Parma confermano che le tracce di sangue rilevate sul ponte di Vadena, rilevate alla data del 10 gennaio, corrispondono al Dna di Peter Neumair. A fronte di un'evidenza così rilevante, le indagini cambiano direzione: ora si indaga per duplice omicidio e occultamento di cadevere. Il 19 gennaio del 2021 Benno finisce nel registro degli indagati. I militari dell'Arma, diretti dal tenente colonnello Alessandro Coassin, sospettano che il ragazzo abbia mentito. A supporto delle nuove ipotesi, ci sono le registrazioni delle telecamere di sorveglianza di un centro per smaltimento rifiuti, in località Ischia Frizzi, che avrebbero ripreso il trentenne a bordo della Volvo di famiglia proprio la sera del 4 gennaio. Le risultanze dei test eseguiti dai Ris, incrociate con i video e l'analisi dei dati nel cellulare di Benno, avvalorano i sospetti degli inquirenti. Ma c'è dell'altro. Durante una sosta all'autolavaggio, a circa una settimana dalla scomparsa della coppia, il ragazzo viene intercettato dai carabinieri. A bordo della vettura vengono repertati due flaconi di acqua ossigenata da quasi un litro. Il trenenne li avrebbe acquistati in un negozio di prodotti per la pulizia nella zona industriale di Bolzano. Per farci cosa, forse ripulire la scena del crimine? È la logica deduzione di chi indaga. Il 29 gennaio, Benno viene fermato con l'ipotesi di reato per duplice omicidio e occultamento di cadavere. Il giorno successivo, il gip del tribunale di Bolzano, Carla Scheidle, convalida il fermo: c'è il rischio di fuga e reiterazione del reato. Per il body-builder si spalancano le porte del carcere di via Dante, a Bolzano.

"Sono innocente"

Al freddo di una cella d'isolamento in cui è recluso, Benno continua a professarsi innocente. "Non c'entro nulla - dice -e presto lo capiranno". Lo ripete con tono fermo ai suoi legali, Flavio Moccia e Angelo Polo, che difendono a spada tratta l'innocenza del loro assistito. Ma dal passato del giovane emergono dettagli non trascurabili: un ricovero in psichiatria durante il breve soggiorno in Germania e una lettera di allontamento dalla scuola presso cui ha insegnato per via di presunte minacce rivolte ad una collega. Poi, il rapporto conflittuale con i genitori, specie con papà Peter, e da ultimo l'abuso di anabolizzanti. Intanto, fuori dalle mura carcerarie si rincorrono voci, testimonianze e racconti sul passato turbolento del ragazzo. Una conoscente di Laura Perselli rivela che la donna avrebbe espresso preoccupazioni per la condotta violenta del figlio. A riprova dell'indiscrezione ci sarebbero alcuni messaggi audio che la mamma di Benno avrebbe inviato all'amica qualche giorno prima della scomparsa. Poi c'è la sorella Madè che, fin dai primi giorni, ha preso le distanze del fratello. "Vogliamo solo la verità", fa sapere la 26enne tramite il suo legale Carlo Bettacchi. E all'ipotesi di una scarcerazione dell'indagato, chiesta dal pool difensivo al tribunale del Riesame di Bolzano, risponde con una memoria in cui esplicita tutte le sue paure. "Temo per la mia incolumità", dice. E, a quanto pare, non è la sola se il Riesame ha respinto l'instanza di revoca della custodia cautelare.

Il ritrovamento del corpo di Laura Perselli

Nella mattinata del 6 febbraio, l'Adige ha restituito il corpo di Laura Perselli. Il cadavere della 63enne è stato recuperato verso le 9.50 in un’ansa del fiume, qualche centinaia di metri a nord del ponte di San Floriano, poco distante dall’abitato di Laghetti, nel comune di Egna. "I familiari – spiega la procura con una nota al 7 febbraio – hanno riconosciuto alcuni effetti personali rinvenuti come appartenenti a Laura Perselli. Nelle prossime ore verrà effettuato l’esame del Dna per avere un riscontro scientifico dell’identità della salma. Per accertare l’esatta causa della morte verrà anche effettuata l’autopsia. Ulteriori informazioni verranno date all’esito dell’esame autoptico”. Ora, non resta altro che rinvenire la salma di Peter. Nella giornata del 10 febbraio, un ecoscandaglio dei vigili del fuoco avrebbe identificato un sagoma umana al fondo del corso d'acqua, tra Vadena e Ora. L'indiscrezione manca ancora di conferme ufficiali: le ricerche sarebbero state interrotte per via delle condizioni di scarsa visibilità.

"Nei prossimi giorni proseguiranno nel fiume Adige le ricerche finalizzate al ritrovamento del corpo di Peter Neumair", dicono dalla procura.

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