"Il Comitato tecnico scientifico non ha mai sostenuto la necessità di chiudere le scuole". Lo ha detto Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, nel corso di un intervento al programma Studio24, in onda su RaiNews24. "È più facile che uno studente risulti contagiato da Covid-19 se non frequenta la scuola e fa didattica a distanza piuttosto che il contrario, il rischio è molto sbilanciato e quindi i ragazzi è meglio mandarli in aula", ha poi aggiunto.
Scuole aperte o scuole chiuse? Questo è il dubbio amletico attorno a cui sta ramificando un accesissimo dibattato tra maggioranza e opposizioni. Se, da un lato, l'Azzolina preme per il rientro in classe "con gradualità" a partire dal prossimo 9 dicembre, dall'altro ci sono Pd e Leu che frenano il ritorno alla didattica in presenza. Sia il ministro dei Beni Culturali Dario Francheschini che il sottosegretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti, infatti, sembrano per nulla intenzionati a cedere sulle rispettive posizioni. "Decide la scienza", se ne lava le mani Zingaretti; "Nessuno vorrebbe chiudere le scuole. Abbiamo fatto una scelta forte con le superiori, stiamo discutendo in queste ore, tutelando la scuola ma tenendo presente che c’è il contagio di mezzo", tuona il collega Franceschini. Ma è davvero così rischioso per gli studenti il rientro in aula? A quanto pare, no.
Il Comitato tecnico scientifico, che monitora la curva epidemiologica in Italia, non ha "mai sostenuto la necessità di chiudere le scuole", ha detto Agostino Miozzo, coordinatore del Cts, intervenendo a Studio24 su RaiNews24. Miozzo ha precisato inoltre che "da aprile il Cts parla di riaprire in sicurezza per studenti, docenti e personale non docente. Sappiamo quali sono i rischi, - ha spiegato -prevalentemente prima e dopo le lezioni quando ci sono gli assembramenti, perchè in aula vengono rispettate le norme previste. Purtroppo scontiamo problemi antichi di una scuola che è sempre stata orfana in Italia, investimenti scarsi e quando arriva un virus che impone un impatto simile siamo impreparati". Dunque, una eventuale riapertura incontrerebbe il favore pieno della comunità scientifica nostrana: "Come Cts ci confrontiamo con una comunità scientifica internazionale. - ha chiarito Miozzo -Per le scuole ci siamo confrontati costantemente con l'Oms e altre istituzioni e il parere collegiale è che il rischio tra l'esserci e il non esserci in aula è molto sbilanciato".
Intanto, a piani alti di Palazzo Chigi si discute la possibilità delle lezioni alla domenica, una proposta che la ministra Lucia Azzolina sembrerebbe già aver bocciato in tronco. "Il sabato tanti ragazzi vanno già a scuola, soprattutto al sud, la domenica non è una ipotesi percorribile, - ha detto - non lo vogliono le famiglie nè gli studenti; è stata una proposta (peraltro non sua n.d.r.) per dare una mano ma non credo percorribile”. Per il ritorno in classe di tutti gli studenti, compresi quelli delle superiori, la ministra ha confermato che "al momento non è stata presa alcuna decisione sulle scuole, c’è una discussione in corso.
Con molta gradualità vorrei che fossero riaperte anche le scuole superiori. Se si allentano le misure, anche la scuola ne deve far parte, non può esserne esclusa. La scuola è un pezzo di vita reale: altrimenti i ragazzi rischiamo di vederli per strada e non in classe".
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