Coronavirus

Scuola, le Regioni vanno allo scontro. Regole diverse per bimbi e ragazzi

Secondo la Campania è folle ripartire adesso e chiede di posticipare il rientro a scuola. Ecco quando si va in Dad

Scuola, le Regioni vanno allo scontro. Regole diverse per bimbi e ragazzi

Ancora perplessità da parte delle Regioni per il rientro in classe previsto dal governo per il prossimo lunedì 10 gennaio. La commissione Salute ha intanto chiesto l’intervento del Comitato tecnico scientifico e una nuova presa di posizione per quanto riguarda la gestione delle quarantene:"Niente tamponi, nessuna distinzione tra vaccinati e no, si va in Dad con un caso all'infanzia, due alle elementari e tre alle medie e alle superiori". Secondo la Regione Campania è invece folle l’idea di ripartire adesso e il governatore De Luca chiede ancora una volta di posticipare il rientro a scuola.

Il no categorico della Campania

Al vertice della commissione Salute hanno partecipato gli assessori di riferimento e i responsabili regionali. La Regione Campania si è pronunciata ancora una volta contraria alla ripresa delle lezioni e ha definito “una follia aprire con dati di positività così alti". La tesi portata avanti è stata accolta dalle altre amministrazioni che avevano mostrato scetticismo sul ritorno ai banchi di scuola dopo l’epifania, ovvero la Toscana, la Lombardia, e il Veneto che proprio oggi ha toccato il record con 16.602 casi. La richiesta è stata di un intervento del Cts: "Devono essere gli scienziati pubblici a prendersi la responsabilità, devono dirci loro se con questi numeri dentro le aule gli studenti sono al sicuro".

La riunione dei presidenti di Regione è iniziata oggi alle 14 e la proposta che i governatori faranno al governo sarà che nessuna vaccinazione scolastica venga affidata alle Asl e che l’autosorveglianza sia trasferita alle famiglie degli studenti. Nessuna distinzione quindi tra scolari vaccinati e non vaccinati, oltre a una nuova gestione delle quarantene in caso di eventuali contagi. Le proposte delle Regioni sul rientro a scuola dopo le vacanze natalizie prevedono regole diverse per scuole dell'infanzia, elementari, medie e superiori.

Le Regioni e la regola dell'1,2,3

Il protocollo, che è stato elaborato dalla commissione Salute della Conferenza e che è in discussione oggi pomeriggio dai presidenti delle Regioni, dovrebbe prevedere per le scuole dell'infanzia una settimana di quarantena con un solo caso di contagio Covid. Per gli studenti delle elementari e delle medie, con età inferiore ai 12 anni, quarantena di 7 giorni in presenza di 2 o più casi di contagio. Infine, per le scuole secondarie di primo (età uguale o superiore ai 12 anni) e secondo grado, la quarantena scatterebbe con 3 o più casi di contagio in classe. Per le classi che si trovano in quarantena, oltre alla didattica a distanza sarebbe previsto, per poter fare ritorno a scuola, un test antigenico o molecolare tra il quinto e il settimo giorno di isolamento. Quella proposta dalle Regioni è la regola dell’uno, due, tre. Le regole attualmente in uso prevedono un tampone per gli alunni che hanno un caso positivo in classe. Qualora gli studenti risultino negativi al test T0, possono rimanere in classe in autosorveglianza. Con due casi in classe ad andare a casa sono solo i non vaccinati. E infine tutti a casa con tre casi.

La parola agli scienziati

Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha però detto più volte che vuole tenere aperte le scuole. Dal canto suo il ministero dell'Istruzione ha intenzione di rivedere la gestione delle quarantene. Difficile comunque che alla fine l’esecutivo propenda per il tampone pubblico a scuola, con responsabilità trasferita in toto alle famiglie. Nella giornata di ieri il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca aveva parlato di discriminazione nei confronti degli studenti non vaccinati e aveva asserito che, qualora il governo non avesse deciso di posticipare il ritorno a scuola di due o tre settimane, nella sua regione ci avrebbe pensato lui.

Luca Zaia, governatore del Veneto, è stato possibilista su un rinvio: "Se ce lo consigliassero gli scienziati, non sarebbe una tragedia rinviare all'inizio di febbraio. Se i dati epidemiologici dovessero peggiorare, l'ipotesi dello slittamento della data del ritorno in classe è sul tavolo". Il Veneto chiederà probabilmente al governo di valutare l'introduzione dell'automonitoraggio a scuola. In questo caso verrebbe dato a ogni studente, una o due volte alla settimana, un kit per poter effettuare il test in modalità fai da te. Si potrebbe in questo modo "intercettare i positivi prima che il contagio dilaghi". Sul posticipo del ritorno sui banchi di scuola anche il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci si è detto possibilista:"Dobbiamo guardare fino all'ultimo minuto i dati della curva epidemiologica, non vanno bene le fughe in avanti su un tema così delicato come quello della scuola. Dobbiamo essere prudenti".

Intanto Abruzzo, Calabria e Sardegna sono le tre Regioni che hanno già deciso di rinviare il ritorno in classe previsto per il 7 gennaio.

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