Cronache

Sedici anni e nessuna sentenza: reati prescritti, stupratori liberi

Più di sedici anni per un processo. E gli aguzzini, che stupravano e drogavano, una ragazzina tornano in libertà. La Cassazione: "Intervenuta prescrizione"

Sedici anni e nessuna sentenza: reati prescritti, stupratori liberi

Sedici anni e nessuna sentenza. Così la giustizia italiana fallisce ancora volta e mette in libertà tre stupratori. Giovedì scorso, come riferisce Repubblica, la terza sezione penale della Cassazione ha, infatti, prescritto le accuse di violenza sessuale a carico di una educatrice, del marito e dell'amante di questa ai danni di una donna che, ai tempi degli abusi, aveva sedici anni.

L'incubo della ragazza inizia tra le mura di casa. È lì che il padre la violenta. E, quando finisce in una comunità per minori in provincia di Torino, l'educatrice a cui viene affidata fa lo stesso. "La costringe a sottomissioni continue - racconta Maria Elena Vincenzi su Repubblica - abusa della sua posizione per ricattarla e ottenere ciò che vuole, inculcando nella ragazza l'idea che quello era il destino al quale non poteva ribellarsi. E quando finalmente Camilla è psicologicamente prostrata, di nuovo, le impone ménage à trois con il marito, prima, e con un amante poi (un maggiorenne della comunità)". Non solo. Per costringerla a fare sesso, l'educatrice obbligava la ragazzina a drogarsi.

L'incubo finisce dopo un anno quando la ragazzina, temendo di essere rimasta incinta, chiede aiuto a un'altra educatrice della comunità e decide di rivolgersi a un’altra educatrice della comunità. Questa le dà una mano a denunciare ma a quel punto si scontra coi tempi della giustizia italiana. L'incubo continua. "Passano cinque anni prima che il processo, peraltro in abbreviato, finisca davanti al giudice per l'udienza preliminare del capoluogo piemontese - si legge ancora su Repubblica - nel 2007, l'educatrice, il marito e l’amante vengono condannati in primo grado". Si passa, quindi, al processo d'appello. E per la ragazzina, che nel frattempo è diventata una donna, non c'è ancora pace. La sentenza di secondo grado viene, infatti, pronunciata a settembre dell'anno scorso e depositata a febbraio 2017. Nel frattempo, però, la maggior parte dei reati sono prescritti e il marito dell'educatrice si è tolto la vita. Si passa, quindi, alla Cassazione. Che annulla la sentenza della Corte d'Appello "per intervenuta prescrizione".

E così gli stupratori sono liberi.

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