Sindaco sgombera il campo nomadi. Ma i sinti vanno al Grand Hotel

A Gallarate il sindaco sgombera il campo nomadi ma deve mandarli in hotel: alla collettività costeranno 55mila euro

Foto d'archivio
Foto d'archivio

La situazione è davvero paradossale. Un mese fa il sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, aveva annunciato l'intenzione di sgomberare un campo nomadi abusivo. "Mando la ruspa e li faccio pagare", disse il primo cittadino leghista. Una parte della promessa l'ha mantenuta: il campo nomadi ("tra spese dirette e mancati introiti, è costato 300mila euro") è stato sgomberato e la situazione di illegalità che da anni andava avanti è stata sanata. Ma a quale prezzo?

A seguire la vicenda gallaratese, infatti, ci sono avvocati e associazioni dei rom. Lo scorso primo dicembre si è svolta anche una riunione in prefettura per capire come alloggiare i nomadi ora che le loro case (abusive) non ci sono più. E così alla fine si è deciso di ospitare per 30 giorni i sinti in un albergo a Somma Lombardo. Hanno aderito 69 sinti (circa il 75% del totale degli abitanti del campo), che ora se ne staranno per un mese in hotel a spese della collettività. Il prezzo? 55mila euro, riporta La Verità, ovvero 2mila euro al giorno per il Grand hotel Milano Malpensa.

"Il rappresentante dell’Associazione Nazione Rom - ha spiegato nei giorni scorsi il sindaco - ci ha illustrato i fondi europei che sarebbero a disposizione, valuteremo e poi faremo sapere, ma sia ben chiaro che lo sgombero va avanti".

Come se non bastasse, a Gallarate è scoppiata una polemica anche per la cena nell'hotel. L'avvocato che difende i nomadi, infatti, ha accusato il Comune di non aver rispettato il patto che, oltre al pernottamento e alla colazione pagata, prevederebbe pure la cena a spese del Comune. Per Cassani il pasto serale "non è compreso" e così ha fatto chiamare l'albergo dalla dirigenza comunale per impedire che i nomadi banchettassero con i soldi dei cittadini. A dire il vero, per minori e anziani - scrive ilGiorno - ci sono comunque i buoni pasto mentre per il pranzo basta rivolgersi alla mensa del buon samaritano (finanziata sempre dal Comune).

Ora viene da chiedersi: ma è normale che per riportare la legalità un sindaco sia costretto a spendere 55mila euro dei contribuenti per tenere i nomadi in hotel? Il Comune "si sta mostrando generoso con le famiglie sinti - ha detto il sindaco al Giorno - per 30 giorni, a spese dell’amministrazione e dunque dei gallaratesi sono accolti in albergo, ma in questi 30 giorni, sia chiaro, devono trovarsi una sistemazione, dal 30 dicembre non saranno più trattati diversamente dagli altri cittadini gallaratesi". Intanto i sinti possono partecipare al bando per le case popolari.

Al momento, spiega Cassani, "solo una famiglia ha presentato la domanda, cosa dobbiamo fare di più? Vogliono vivere nelle casette mobili e nelle roulotte, lo facciano in un’altra area, non a Gallarate. Vogliono restare qui? Affittino o acquistino un alloggio".

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