Tutti i partiti politici si ritrovano a fare i conti con la variabile Draghi. È arrivato e ha mischiato le carte, spiazzando e dividendo. Quella che sta per cominciare è una nuova stagione politica e vanno ridefiniti gli equilibri. L'onda ha spezzato il vascello dei Cinque Stelle, un colpo lungo la linea di galleggiamento. I danni sono evidenti. Il maremoto non riguarda però solo i grillini. Il Pd prima o poi dovrà interrogarsi sul suo futuro e non è detto che questa classe dirigente arrivi fino alle prossime elezioni. L'altra domanda riguarda il centrodestra. Cosa cambierà? Giorgia Meloni ha scelto di navigare in acque anomale rispetto ai suoi alleati. È una strategia azzardata ma come capita nelle regate potrebbe portarle fortuna, lasciarla con una bava di vento o farla ammascare. La sua mossa preoccupa soprattutto Salvini, che teme di perdere consenso sui suoi temi tradizionali. Qui però si entra nella teoria dei giochi. L'errore per ognuno dei pezzi della coalizione sarebbe tuffarsi in una sfida tra vicini: aprire una competizione più o meno sotterranea per paura dell'altro. Ti attacco prima che tu possa farmi male.
È quello che si comincia a percepire in questi primi giorni. Sono segnali lievi: diffidenze, scontrosità, umori malmostosi. Il sospetto è che possano crescere con il passare del tempo. Fratelli d'Italia ha proposto una federazione dei gruppi parlamentari e subito è arrivato un «no» piuttosto sbrigativo. Poi Vincenzo Sofo, europarlamentare leghista e fidanzato di Marion Le Pen, e Carlo Fidanza si affretta ad accoglierlo. Scaramucce. Nulla di più. Quello che però bisogna vedere è quanto si allargherà la frontiera.
La collaborazione stretta aiuterebbe al contrario a minimizzare i costi delle diverse strategie. Se il centrodestra si muove come una squadra, dove ognuno segue la sua rotta, ma senza speronarsi, l'area del consenso si allarga per tutti. Non è istintivo ma è più saggio, soprattutto se non si ragiona con un orizzonte quotidiano, ma di lungo periodo. Nelle acque di mezzo del centrodestra è apparsa una nuova imbarcazione. È quella di Renzi. Il suo obiettivo è raccogliere il consenso di Draghi e trasformarlo in voti. Draghi non ha ambizioni elettorali e Renzi può rivendicare il merito di aver creato le condizioni per la nascita del nuovo governo.
È chiaro che Matteo non può puntare a tutti i voti. Nel mirino ha il «Draghi di destra». Renzi insomma sarebbe un'altra insidia agli equilibri del centrodestra e per Lega e Forza Italia sarebbe un concorrente molto più scomodo, e inaffidabile, di Giorgia Meloni.
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