Spazzini stakanovisti (al bar)

Per i cittadini di Castellammare un danno da un milione di euro. Ma chi è senza peccato, scagli il primo espresso...

Ventitremila (23.000) ore di pausa caffè renderebbero nervo­so chiunque. Ma non lo «Spazzino Stabiese»(vale a dire di Castellam­mare di Stabia, provincia di Napo­li), che - nella vicenda che andia­mo a raccontare- perde però qual­siasi sua connotazione geografica per ergersi a categoria universale, quasi una categoria dell’anima.

L’agenzia Ansa , in poche righe, dà conto della notizia: «È costata un milione di euro ai cittadini di Castellammare di Stabia la pausa caffè degli spazzini che si sono as­sentati indebitamente dal luogo di lavoro.Il calcolo scaturisce dall’in­dagine che la P­rocura di Torre An­nunziata ha effettuato a carico del­la società Multiservizi (addetta ai servizi ambientali), scoprendo che 19 lavoratori si sarebbero as­sentati ingiustificatamente per un totale di oltre 23mila ore. Il sinda­co, Luigi Bobbio, ha comunicato che sono stati notificati agli interes­sati 83 contestazioni disciplinari ». Fin qui la «fredda cronaca», co­me diceva Frengo di Mai dire gol .

Una cronaca che-c’è da scommet­terci - scatenerà la solita ramazza­ta di luoghi comuni sui meridiona­li (napoletani in primis) che non hanno voglia di fare un tubo e per i quali ogni occasione è buona per imboscarsi al bar.
In realtà bisognerebbe trovare il coraggio di dire che la nostra è una Repubblica fondata- più che sul la­voro - sulla pausa caffè; tanto che al centro del nostro Tricolore, in mezzo alla fascia bianca, non sfigu­rerebbe una fumante tazzina espresso. Un vizietto che in ufficio accomuna aromaticamente azien­de pubbliche e private, dirigenti e maestranze, funzionari e sottopo­sti, direttori e passacarte. Perché una volta lì, davanti alla famigera­ta macchinetta del caffè, anche il più umile dei travet si sente come il più vanaglorioso dei caporeparto. Non a caso il bicchiere di plasti­ca è lo stesso; idem per la bevanda, democratica­mente erogata col cucchiano uguale per tutti.

C’è da dire che, nel caso dei 19 caffeinomani in perenne crisi d’astinenza, il vizietto si è trasfor­mato in una prova di faccia tosta da Guinness: 23 mila ore di assenteismo, con un danno per i cittadi­ni di un milione di euro. A parziale (ma molto parziale) giustificazione, va riconosciuto che il loro lavoro non è certo tra i più gratificanti. Fare lo spazzino regala poche soddisfa­zioni: l’ultima delle quali risale a qualche tempo fa, quando in no­me di un burocratese dalla spazza­tura umana, furono promossi ad «operatori ecologici».Ma a Castel­lammare nessuno ha mai pensato di chiamare «operatore ecologi­co » uno spazzino, e così per loro la frustrazione è aumentata. E, per farsela passare, niente di meglio di un bel caffè corretto col San Marza­no (il liquore, mica il pomodo­ro...).

Solo che i 19spazzini19 sta­biesi si sono fatti prendere un po’ troppo la mano e così, tazzulella dopo tazzulella , hanno sommato ben 23 mila ore di «intervallo» mentre le strade di Castellamma­re rimanevano ingombre di mun­nezza .
Dopo l’indagine condot­ta dalla Procura di Torre( fazione) Annunziata, la banda dei «pausatori al caffè» è stata sgominata e ai 19 spazzini sono state appioppate ben «83 con­testazioni disciplinari». Insomma, tanta roba. Tra cui, però, non figura né quella della sospensione dal lavoro (che, visti i sogget­ti, sarebbe risultato quasi un premio), né la decurtazione del­lo stipendio.

Mica come nelle citta­dina inglese di Norfolk, dove agli impiegati comunali sorpresi in «pausa caffè»durante l’orario di la­voro, viene decurtato dalla busta paga l’equivalente del tempo per­so. Provvedimento che, considera­ta anche la pessima qualità del caf­fè inglese, suona davvero come una beffa.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica