Lo specchio di Donald

Donald Trump è apparso quando il lavoro reale, quello meccanico e siderurgico, veniva spazzato via

Lo specchio di Donald
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New York non è l'America e neppure un pezzo d'Italia. Forse un tempo era la capitale dell'immaginario globale, adesso è uno specchio in frantumi. Non importa, perché quello che succede a New York fa comunque rumore. Zohran Kwame Mamdani non è la vittoria che non ti aspetti. È un Democratico che vince a New York, praticamente uno stereotipo. È un uomo di mondo, perché ha seguito il padre nei suoi spostamenti accademici. È un vestito etnico firmato da un grande stilista. È la buona sorte della globalizzazione. È nato nell'aristocrazia indiana che ha trovato un posto d'onore negli States, il padre Mahmood insegna alla Columbia University e la madre è la regista Mira Nair. Tutto questo non è per dire che il nuovo sindaco è un radical chic. La cosa interessante di Mamdani non è la sua storia ma quello che si propone di fare. Non è neppure il caso di liquidarlo come "comunista" come si fa spesso a destra quando si ha fretta di scimmiottare la sinistra. Vinci tu: fascista. Vince l'altro: comunista. Il risultato è che in genere non si capisce quello che sta accadendo. Mamdani non ha in testa la rivoluzione e poco si preoccupa della storia come destino ineluttabile. È qui e adesso. È la risposta della sinistra alle paure di un altro ceto medio, quello burocratico e intellettuale minacciato dalla nuova modernità e dalla crisi del vecchio sistema globale. È la reazione al futuro che stiamo impattando. Donald Trump è apparso quando il lavoro reale, quello meccanico e siderurgico, veniva spazzato via. Zohran Kwame Mamdani si presenta adesso che il lavoro virtuale non è difficile da sostituire. Siamo tutti algoritmi in cerca di identità. È la paura che cambia le rotte della politica. Non è affatto strano che a sinistra ci si prepari a immaginare un mondo dove l'architrave per far sopravvivere l'odiato capitalismo, cattivo ma utile, sia il reddito di cittadinanza universale. Mamdani sta dicendo alla sua gente: ci penserà lo Stato.

Trump ai suoi dice: ci penserò io (un privato cittadino seduto a Washington). Mamdani è l'antimateria di Trump e tutti e due stanno riscrivendo l'America. È, nel gioco dell'uno e dell'altro, una promessa di sopravvivenza. E chissà se ne vale la pena.

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