Spostamenti tra Regioni in base al livello di rischio contagio

Dal 3 giugno permessi gli spostamenti tra regioni. Ma l'apertura potrebbe non essere totale. 21 criteri stabiliscono il rischio contagio

Spostamenti tra Regioni in base al livello di rischio contagio

Dal 3 giugno l'Italia riapre e ci si potrà spostare anche tra regioni diverse, secondo quanto previsto dall'ultimo Dpcm. Ma l'apertura potrebbe non essere totale.

La data chiave è il 29 maggio, venerdì prossimo, quando arriverà il report settimanale sul monitoraggio regionale, che fornirà tutti i dati sulla diffusione dei contagi nei singoli territori. Sarà compito del governo analizzare i dati, per decidere se gli spostamenti interregionali potranno essere validi per tutte le zone o se dovranno essere imposte delle limitazioni, che potrebbero riguardare anche solo singole città o paesi. La possibilità di spostamento "dipenderà dalla condizione di una Regione", aveva precisato il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia: "Se una Regione è ad alto rischio, di sicuro i cittadini non potranno permettersi di andare in altre regioni".

Le eventuali limitazioni verranno quindi decise sulla base del rischio contagio di ogni regione, che viene stabilito tenendo conto dei 21 criteri su cui ci si deve basare per il monitoraggio voluto dal Ministero della Salute. L'ultimo decreto prevede che le regioni monitorino "con cadenza giornaliera l'andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e, in relazione a tale andamento, le condizioni di adeguatezza del sistema sanitario regionale", dati che devono essere poi trasmessi al "Ministero della Salute, all'Istituto superiore di sanità e al comitato tecnico-scientifico di cui all'ordinanza del Capo del dipartimento della protezione civile". Ogni territorio deve comunicare settimanalmente i dati, composti da una serie di parametri: dal numero di tamponi effettuati, alla situazione del sistema sanitario (con un occhio, in particolare, ai posti letto in terapia intensiva), fino agli eventuali nuovi focolai. In particolare, ogni regione deve rendere noto l'R(t), cioè l'indicatore di contagiosità, che mostra la trasmissibilità della malattia nelle condizioni attuali. Mettendo insieme tutte queste informazioni, si arriva a definire il livello di rischio, che può essere basso, moderato o alto. E, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, gli spostamenti saranno consentiti, senza alcuna limitazione, solamente tra regioni con lo stesso livello di rischio.

Secondo quanto riferito da Boccia, basandosi sui dati della scorsa settimana, "le Regioni italiane sono tutte a basso rischio", tranne Molise, Umbria e Lombardia. Se il governo dovesse decidere oggi, quindi, questi tre territori rimarrebbero esclusi dall'apertura degli spostamenti. Secondo l'ultimo report, infatti, in Molise si è passati dal livello di rischio basso a qullo moderato con un R(t) pari a 0,34 (che non fa ancora scattare l'allarme rosso dato che l'indice di partenza era basso), mentre in Umbria la curva è salita fino a un indice di 1.23, superando la soglia che garantisce il controllo dell'epidemia. La situazione è da tenere sotto controllo in Lombardia (Rt 0,62) e in particolare a Milano e provincia, dove l'indice ha intrapreso una lenta risalita, arrivando a 0,86, secondo gli ultimi dati.

Le altre regioni, invece, sono a basso rischio, da Basilicata e Calabria, che registrano un R(t) di 0,27 e di 0,34, fino a Liguria, Toscana ed Emilia Romagna (rispettivamente 0,48, 0.39 e 0,6).

In ogni caso, per decidere sulle aperture bisognerà aspettare il report della prossima settimana. Il provvedimento, però, non sarà definitivo e verrà valutato in base al rischio settimanale dei vari territori.

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