Cronache

La stazione di Napoli ostaggio dei familiari degli italiani scomparsi in Messico

Una trentina di persone hanno invaso la stazione di Napoli per protestare dopo la scomparsa di tre italiani in Messico: "Lo Stato non ci ascolta, non ci protegge, se ne fotte"

La stazione di Napoli ostaggio dei familiari degli italiani scomparsi in Messico

Per oltre due ore la stazione di Napoli è rimasta ostaggio di una trentina di persone, familiari e amici di Raffaele Russo (64 anni), il figlio Antonio Russo (24) e Vincenzo Cimmino (30), i tre italiani sequestrati un Messico, presumibilmente dal cartello dei narcos, oramai da 9 mesi.

L'accusa del gruppo dei manifestanti è che la polizia messicana li abbia venduti per 43 euro ai narcotrafficanti. Al grido di "Lo Stato non ci ascolta, non ci protegge, se ne fotte", il gruppo vestito con magliette stampate con i volti dei rapiti hanno creato tafferugli nella stazione a partire dalle 11. Poi si sono diretti davanti delle frecce in partenza, bloccando i binari. Secondo RfI, "alle 13.15 la Polizia Ferroviaria ha dato il nulla osta per la ripresa circolazione ferroviaria nella stazione Napoli Centrale, dopo la liberazione dei binari da parte dei manifestanti che li avevano occupati alle 11.05 e i controlli tecnici all’infrastruttura ferroviaria".

La situazione presenta gravi rischi, anche perché molti dei manifestanti hanno atteggiamenti violenti nei confronti dei treno o dei carabinieri di Napoli, una cinquantina in tenuta antisommossa, che stanno cercando di calmare i facinorosi. Uno di loro si è persino piazzato sotto il treno, come mostra questo video:

Solo dopo oltre un'ora, poco prima delle 13, la situazione è tornata alla normalità. Rfi sottolinea che "il traffico ferroviario sta gradualmente riprendendo" e che "Trenitalia sta continuando a fornire assistenza ai viaggiatori in sosta nelle stazioni Napoli Centrale e Roma Termini. Attivo il numero verde 800.

892021 per maggiori informazioni".

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