Prima di tutti l’aveva capito un fumettaro. Franco Bonvicini, in arte Bonvi, inventando le Sturmtruppen aveva infilato tra quei pasticcioni di soldati tedeschi il «fiero alleaten Galeazzo Musolesi»: l'italiano forse un tantinello più scansafatiche e scansapericoli dei tedeschi, ma in sostanza noi e loro, Roma e Berlino, spaghetti e crauti, mica così diversi. Sarà che alla fine, dietro i reciproci sfottò, vedi «culona » e copertine dello Spiegel che ci mafiosizzano tutti, sotto sotto noi vorremmo essere un po' teutonici, ma anche a loro piacerebbe atteggiarsi un po' a italiani. Mimesi d'anime che per tanti anni si è concretizzata in carnali unioni tra bionde turiste e bruni bagnini sulla riviera romagnola. Cari tedeschi, dopo la batosta di ieri sera consolatevi: un po' italiani lo siete davvero. E mica solo perché nei giorni scorsi avete tifato in modo ancor più partigiano di noi, o perché Angelona vostra esulta per un gol più di Pertini nell'indimenticabile notte del Bernabeu in cui vi abbiamo soffiato il mondiale sotto i germanici baffi. E non c'è bisogno nemmeno di rispolverare la storia mutevole degli stereotipi: nell'800 tutta l'Europa considerava voi romantici sognatori: venivate in Italia per il Grand Tour, che poi a parlare semplice sarebbe «faccio cose, vedo gente» sollazzandomi al sole. C'è tutta una storia recente a dimostrarlo. Alzi la mano chi non ha pensato a un gene italico annidato nel purissimo Dna bavarese del barone Karl-Theodor Zu Guttenberg, ministro della Difesa di Angela Merkel costretto a dimettersi per aver copiaeincollato la tesi di laurea come un Trota qualunque. Eccezioni? Dopo lo scandalo Guttenberg sono stati beccati almeno altri due politici. E che dire del presidente della Repubblica Christian Wulff, anche lui costretto a mollare per aver accettato regali da amici imprenditori, pare assecondando la voglia della bella moglie Bettina di mettersi al volante di un'auto sportiva a prezzo di favore. Anche i crucchi «tengono famiglia». E a proposito della copertina di Der Spiegel con pistola e spaghetti, siete proprio sicuri che qualche stilla di mafiosità non si sia insinuata tra di voi? Come ha raccontato il corrispondente di Italia Oggi Roberto Giardina, una lettera alla Suddeutsche Zeitung ha scatenato il dibattito: siamo diventati omertosi anche noi? Una mamma ha sottoposto un problema di coscienza al giornale: il figlio 14enne e i suoi compagni hanno scelto di non denunciare il ragazzo problematico che durante la lezione di fisica aveva volutamente danneggiato un cavo, per evitargli l'espulsione (ammettiamolo, su dimissioni e punizioni loro sono un tantino più rigorosi). Ma a sconvolgere di più è stata la risposta dell’editorialista: i ragazzi hanno fatto bene. E non ci venite a dire che voi sgobbate mentre noi oziamo. L’Ocse sulle ore lavorate dice che in Germania la media è di 1.408 annue contro le nostre 1778. Nella classifica dell'assenteismo noi siamo quarti? Voi quinti. Del resto, svela un sondaggio Gallup, il 70% dei tedeschi non lavorerebbe se non avesse problemi finanziari: infatti le pensioni anticipate sono è salite del 13% tra il 2007 e il 2010. Del resto «chi non lavora non fa l'amore» l'abbiamo inventato noi, mica Goethe. In compenso è diventato proverbiale un altro titolo dello Spiegel: «Wer arbeitet, ist der Dumme», cioè «chi lavora è stupido». Solo germi, segnali, crepe su un muro di nordico rigore? Può darsi. Ma la strisciante filosofia dell'italico svacco pare far breccia anche in Germania. Ha fatto scandalo il clamoroso ritardo nell'inaugurazione del nuovo aeroporto di Berlino dedicato a Willy Brandt: a tre settimane dal taglio del nastro, con diecimila inviti già spediti, la cerimonia prevista per lo scorso 3 giugno è stata cancellata per ritardi nei lavori all’impianto anti incendio, considerato ancora non abbastanza sicuro. L'annuncio ha provocato un'ondata di indignazione. Anche perché doveva aprire nel 2007, e di volta in volta è stato rinviato per intoppi burocratici e proteste dei cittadini degne della Val Susa. Cari tedeschi, prendete nota e ricordatevene quando arrivate tronfi ai vertici internazionali a fare i maestrini e vi fate pregare come madonne pellegrine.
Ricordatevi anche di come sbuffano i generali americani in altri summit, quelli Nato, quando si parla di interventi militari e i primi a tirare indietro i panzer, vedi la Libia, siete sempre voi. Cari tedeschi, stavolta è andata così. Arrivederci al prossimo derby.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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