"Tedeschi vergognosi". Greta e Umberto rischiano di non avere giustizia

Ha inizio oggi il processo nei confronti dei due turisti tedeschi che sul lago di Garda hanno travolto e ucciso Greta e Umberto. Il rischio di una giustizia a metà

In foto, Umberto Garzarella, 37 anni (immagine da profilo Facebook)
In foto, Umberto Garzarella, 37 anni (immagine da profilo Facebook)

Un sabato sera di giugno di cinque mesi fa hanno perso la vita Umberto Garzarella e Greta Nedrotti. I due stavano facendo una gita in barca sul lago di Garda, nel golfo di Salò, si trovavano a 300 metri dalla riva e avevano la luce di posizione accesa che segnalava la loro presenza. Appena è calato il buio però è avvenuta la tragedia: un motoscafo molto potente con a bordo due tedeschi ubriachi di 52 anni, Patrick Kassen e Christian Teismann, li ha investiti e uccisi. Senza dubbio i due andavano a una velocità nettamente superiore ai cinque nodi consentiti.

Il processo

Oggi comincerà a Brescia il processo nei loro confronti. La famiglia Garzella non si costituirà parte civile ma solo parte offesa. Nel frattempo, l'assicurazione del Riva, la barca, ha già versato un milione e trecentomila complessivi per otto familiari del ragazzo. La stessa cifra verrà versata anche per la famiglia di Greta. La richiesta iniziale era di 9 milioni ma il legale della famiglia Garzarella si dice comunque soddisfatto. Le accuse sono: omicidio colposo, omissione di soccorso, incauto affidamento e naufragio. L'unico dei due tedeschi ad essere rimasto in Italia è Kassen, il quale si trova ai domiciliari a Modena mentre Teismann è tornato in Germania. Saranno ovviamente presenti le famiglie delle vittime che cercano giustizia da quella notte di giugno in cui avvenne il fatto. Il timore però è di non riuscire ad ottenerla.

Elena Garzarella, sorella di Umberto, intervistata dal Messaggero, spiega che la legge italiana non prevede l'omicidio stradale per chi uccide sull'acqua. Per questo motivo afferma: "Penso che se la caveranno con poco e questo nonostante i carabinieri, la guardia costiera e i magistrati abbiano fatto tutto quello che era necessario. Non è stato commesso alcun errore nelle indagini, ma non avremo giustizia". La cosa più giusta sarebbe, a suo dire, quella di contestare l'omicidio stradale perché: "L'Italia è piena di laghi, di mare e tragedie di questo tipo possono avvenire di continuo".

Da quel 19 giugno Kassen e Teismann non hanno mai cercato di avere un contatto con i famigliari delle vittime. Sempre Elena Garzella racconta: "Mai sentiti, non una telefonata, né un messaggio. Tempo fa ci hanno fatto avere una lettera senza firma, con soltanto le iniziali. E senza i nomi di mio fratello e di Greta. Dicevano: accenderemo una candela per i vostri giovani. È come se non si fossero proprio resi conto di quello che hanno fatto". E conclude: "Il loro comportamento è stato vergognoso". Kassen agli investigatori ha dichiarato di essere lui alla guida e che non si è accorto di averli travolti. Teismann, il proprietario del motoscafo Riva che ha investito i ragazzi, invece si è rifiutato di sottoporsi all'alcol test. Kassen, che il test lo ha fatto, aveva un tasso di 0,29 il che significa, secondo gli inquirenti, che si trovava in uno stato di "severa intossicazione alcolica".

Piccola consolazione è il fatto che i media tedeschi sono molto interessati al caso e stanno avendo un atteggiamento di solidarietà con le famiglie delle vittime. La sorella di Garzarella in proposito dichiara: "In Germania l'opinione pubblica ci sta dando ragione. E poi sono tantissimi i tedeschi che frequentano abitualmente il lago di Garda. Ci sono stati tutti molto vicini - continua la sorella della vittima - hanno condannato apertamente il comportamento dei loro connazionali. Certo, Teismann è tornato a casa, non è più in Italia, non so cosa succederà davanti a una eventuale condanna".

La raccolta firme

Dopo quanto accaduto a Greta e Umberto è stato costituito un comitato che raccoglie firme per fare in modo che l'omicidio stradale venga contemplato anche per gli incidenti in acqua. "Sono state già raccolte 125 mila firme su Charge.org.

Ed è stato costituito un Comitato per la tutela del Garda. Stanno tutti lavorando con il cuore, in memoria di Umberto e Greta", spiega sempre Elena. L'obiettivo è. quello di portare i risultati della petizione al ministro della Giustizia Cartabia.

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