Tenta di stuprarla in un palazzo: l'aggressore doveva essere espulso

L'ha spinta nell'androne di un palazzo, poi ha cercato di stuprarla. La belva è un clandestino che aveva già violentato altre donne

Tenta di stuprarla in un palazzo: l'aggressore doveva essere espulso

A mettere in salvo la donna sono state le sue grida di aiuto che hanno fatto accorrere alcuni passanti. Se non fossero intervenuti, il senegalese l'avrebbe brutalmente stuprata all'interno di un condominio del quartiere Nomentano. Ha, comunque, fatto in tempo trascinare la 40enne per alcuni mentri e palpeggiarla nelle partiti intime. Lo stupratore africano è un ventenne. In Italia non doveva più starci perché, come fa sapere il Messaggero, alle spalle ha "un decreto di espulsione inottemperato e, soprattutto, precedenti per violenza sessuale".

"Mi palpeggiava, cercava di spogliarmi...". È stato a quel punto che la donna ha iniziato a urlare con tutto il fiato che aveva nei polmoni. L'immigrato le stava infilando le mani ovunque, dopo averla afferrata per strada e trascinata nell'androne di un palazzo. La vittima stava passando di là per andare, come fa ogni giorno, nel bar in cui lavora. Le urla hanno attirato un passante che ha tempestivamente messo in fuga il senegalese. Tutto quel trambusto ha attirato anche l'attenzione di una condomina che si è subito attaccata al telefono per chiamare la polizia.

L'immigrato, che era fuggito in direzione Batteria Nomentana, è stata acciuffato subito dalle forze dell'ordine. Quando poi l'hanno portato negli uffici del commissariato Porta Pia, hanno scoperto che si tratta di un clandestino. Nonostante il foglio di via, era ancora a zonzo per Roma. Non solo. Nonostante in passato avesse già violentato altre donne, era ancora in libertà.

"Qualche giorno fa aveva dato fastidio ad altri passanti, ogni tanto chiedeva qualche spiccio - ha raccontato una della zona al Messaggero - noi donne abbiamo corso tutte un gran pericolo. Per fortuna la signora è stata aiutata, è riuscita a salvarsi e la polizia è intervenuta subito. Che questa volta, però, quel balordo resti in galera".

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