Coronavirus

"Sbaglia chi nel centrodestra insegue i social..."

Il governatore della Liguria è favorevole all’estensione del Green pass perché in questo momento “la priorità è la sicurezza”

Toti: "Sbaglia chi nel centrodestra insegue i social..."

Il governatore della Liguria Giovanni Toti invita Salvini a fidarsi dei suoi presidenti di Regione per quanto concerne l’estensione del Green pass. Sono infatti i governatori ad andare negli ospedali “e quindi sanno che i non vaccinati sono la stragrande maggioranza dei ricoverati in terapia intensiva”. Il leader della formazione di centrodestra "Coraggio Italia" anche nelle scorse settimane non aveva nascosto la sua propensione alla vaccinazione ed eventualmente all’obbligo per gli over 50.

Toti: "Gli italiani vorrebbero l'obbligo vaccinale"

In una intervista al Corriere, Toti ha parlato della posizione del leader leghista affermando: “Vedremo cosa faranno gli esponenti della Lega in Consiglio dei ministri. Questo è quello che conta. Se le esternazioni di Salvini fossero il risultato di un calcolo politico, sarebbero a mio avviso un calcolo sbagliato. Gli italiani, lo confermano anche i sondaggi, vorrebbero l’obbligo vaccinale, figuriamoci se non sono favorevoli a un uso più largo del green pass. La priorità, in questo momento, è la sicurezza che passa dalla sicurezza nei luoghi di lavoro e ovunque sia possibile”. Il governatore ha anche detto la sua su coloro che temono il vaccino e che considerano l’estensione del Green pass come una limitazione alla propria libertà. Secondo Toti si tratta di una minoranza, anche se rumorosa. Li ha quindi definiti gruppi antisistema, l’espressione di una cultura antimodernista e complottista che non riconosce le istituzioni di base, come per esempio l’Aifa e l’Istituto superiore di sanità. Persone che pensano che lo Stato voglia imbrogliare i cittadini. Toti ha poi posto una domanda: “Una formazione politica che vuole candidarsi a guidare il Paese, può essere interlocutrice benevola di questa minoranza?”.

Il governatore della Liguria ha ammesso che in vista delle scadenze elettorali si possa innescare una competizione tra partiti vicini, e che questo è sia fisiologico che comprensibile. Dubita però che competere sull’estensione del green pass possa alla fine rivelarsi una tattica vincente sotto il profilo del consenso. Ha aggiunto: “E in ogni caso Lega e Fratelli d’Italia sono l’architrave di un centrodestra che si candida a governare il Paese dopo Draghi. Le rispettive classi dirigenti devono dimostrare di averla una cultura di governo, non possono farsi determinare dagli umori dei social. Va detto che sul green pass si sono create posizioni trasversali non solo nella Lega, ma anche in altre culture politiche: Cacciari è contrario in nome di un principio di libertà”.

Il rischio è un nuovo lockdown

E proprio su Massimo Cacciari, filosofo ed ex sindaco di Venezia, Toti si è soffermato asserendo che l’idea che si difenda la libertà non estendendo l’obbligo di green pass è frutto di un grande equivoco. Il governatore ha tenuto a sottolineare che l’unica alternativa è avere il certificato verde o prepararsi a un nuovo lockdown, con le limitazioni del caso. “Limitazioni che per alcuni, penso alle attività economiche che hanno patito mesi di chiusure, significa non lavorare e non guadagnare. E per tutti si traduce in una nuova battuta d’arresto per l’economia del Paese, che non ci possiamo permettere. La ripresa ha bisogno di stabilità. Non facciamo le cicale con i dati di oggi per poi pentircene domani. È già capitato”.

Sulla richiesta di Salvini di tamponi gratuiti, così da non salassare i non vaccinati, Toti ha paragonato i tamponi ai termometri che servono perché misurano la febbre, e “i vaccini sono come l’antipiretico: la curano, cioè, nel caso del Covid, fermano il diffondersi dell’infezione. Non c’è nesso, non facciamo salti logici. Spero il governo estenda il più possibile l’obbligo di green pass, senza contropartite”.

Governatori leghisti, come Zaia e Fedriga, non abbracciano la linea di Salvini e secondo Toti il motivo è che i presidenti di Regione vanno negli ospedali e camminano tra le corsie, rendendosi conto dell’effetto che ha il Covid sui soggetti non vaccinati.

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