Treno deragliato a Lodi

Treno deragliato, gli operai: "Pezzo difettoso". Ma l'ipotesi non convince

Sul deviatoio avrebbero lavorato solo due operai. Ma l'ipotesi del "pezzo difettoso" non convince la Procura che ha più volte parlato di "errore umano"

Treno deragliato, gli operai: "Pezzo difettoso". Ma l'ipotesi non convince

Continuano le indagini per fare luce sull'incidente ferroviario di giovedì scorso a Ospedaletto Lodigiano. E ora dagli interrogatori al caposquadra e ai quattro operai di Rfi, indagati per disastro ferroviario colposo e lesioni e omicidio colposo, spuntano nuovi particolari.

Secondo quanto emerso dai racconti dei cinque, poche ore prima dell'impatto solo due operai avevano messo mano in prima persona al deviatoio. Al pm di Lodi e agli ispettori della Polfer, gli indagati avrebbero raccontato di un possibile "pezzo difettoso" come causa del disastro ferroviario. Ma la versione fornita non convince del tutto la Procura che fin da subito ha parlato di "errore umano" come causa del deragliamento del treno Frecciarossa diretto a Salerno. Il binario "non era in posizione corretta. Il locomotore si è staccato a 300 all'ora e ha deragliato all'altezza di uno scambio posto in una posizione diversa da quella che doveva essere", aveva spiegato poco dopo l'incidente il procuratore di Lodi, Domenico Chiaro.

Durante il lungo interrogatorio, gli operai hanno ricostruito passo dopo passo le operazione tecniche fatte la notte precedente all'incidente. E soprattutto, hanno dichiarato di aver lasciato lo scambio nella posizione corretta e fuori dal sistema automatizzato. I cinque hanno poi negato ogni accusa e ora spunta l'idea di un "pezzo difettoso". Ma questa ipotesi non convince la procura di Lodi.

Nel frattempo, come ha ricordato il Giorno, nel registro degli indagati è stata iscritta anche Rfi con l'accusa di avere violato la legge 231 del 2001 sulla responsabilità delle società, per i reati commessi dai dipendenti. "Si tratta di un passaggio quasi automatico", ha precisato il procuratore Chiaro. I consulenti, gli stessi dell’incidente del 25 gennaio 2018 a Pioltello, dovranno ora occuparsi degli accertamenti sul deviatoio trovato in posizione errata e sui convogli deragliati. Toccherà a loro redigere la relazione che dovrà stabilire l'esatta posizione in cui si trovava lo scambio e se i lavori di manutenzione siano stati eseguiti correttamente oppure, come ipotizza la Procura, "non in modo adeguato".

"Inaccettabile una ricerca della verità che si limiti a individuare capri espiatori facili, magari per scaricare sui lavoratori responsabilità che sono di natura organizzativa", ha tuonato Enzo Gallori, leader del Coordinamento dei macchinisti uniti.

A Lodi si continua quindi a lavorare per ricostruire nel dettaglio quanto accaduto, con lo scambio al centro delle indagini. Gli operai hanno spiegato di aver lasciato i binari nella posizione corretta e le loro difese hanno chiesto di effettuare verifiche sui pezzi di ricambio installati e forniti da una azienda specializzata del settore ferroviario.

I lavori sui binari non inizieranno però prima di mercoledì quando verrà rimosso il treno e saranno prelevati e analizzati alcuni tratti di rotaia e lo scambio.

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