Cronache

Troppi furti ai loro danni, i cinesi di Prato creano una loro polizia

La comunità cinese di Prato ha istituito la "Fuzhou Police Overseas Service Station": si occuperebbe di pratiche amministrative, ma il sospetto è che si tratti di un vero e proprio corpo di polizia nato per proteggere i membri della comunità orientale, nel segno della "giustizia fai da te"

La sfilata del dragone durante il Capodanno, nella "chinatown" di Prato
La sfilata del dragone durante il Capodanno, nella "chinatown" di Prato

Si chiama "Fuzhou Police Overseas Service Station", ovvero "stazione della polizia d’oltremare di Fuzhou per i cinesi residenti in città e in Toscana". Esisterebbe dallo scorso marzo, ma la polemica è divampata nei giorni scorsi partendo da una segnalazione di Fratelli d'Italia: perché la comunità cinese della città di Prato (che è la più numerosa d'Italia e conta poco meno di 30mila membri, stando agli ultimi dati Istat) ha istituito un proprio corpo di polizia che per certi aspetti sembrerebbe sovrapporsi alla polizia di Stato?

Stando a quanto riportato dai media locali, l'amministrazione di centrosinistra guidata dal sindaco Pd, Matteo Biffoni, ha per adesso minimizzato, sostenendo che si tratta di servizi gestiti dall’Associazione culturale della comunità cinese di Fujian in Italia (quest'ultima regolarmente registrata) e che si occupa soprattutto di accompagnare i cittadini originari della Cina nelle varie pratiche amministrative. I "poliziotti cinesi" si occuperebbero ad esempio del rinnovo delle patenti, ma anche di raccogliere denunce e segnalazioni. Ed è proprio questo il punto: il sospetto dell'opposizione di centrodestra è che il servizio inaugurato lo scorso inverno (basandosi perlomeno alla sua pubblicizzazione su WeChat, l'applicazione di messaggistica più usata dalle comunità orientali) altro non sia che un modo individuato dagli orientali per proteggersi, sovrapponendosi alla giustizia ordinaria.

Il precedente di "Cervo Bianco"

Basta infatti effettuare una rapida ricerca su Google legata alla città laniera della Toscana e contare gli episodi di furti o rapine ai danni di cittadini asiatici, considerati dai rapinatori bersagli redditizi in quanto spesso ben forniti di denaro contante. C'è anche stato un periodo, poco più di un lustro fa, nel quale i casi si erano moltiplicati a tal punto da indurre i rappresentanti della "Chinatown pratese" a dotarsi di una sorta di "braccio armato": si chiamava "Cervo Bianco" ed era un'associazione creata dagli stessi cinesi per difendere i connazionali, che finì sotto la lente d'ingrandimento delle forze dell'ordine dopo che i suoi affiliati malmenarono alcuni nordafricani rei di aver rubato nel quartiere asiatico.

L'organizzazione fu poi smantellata a seguito della sua scoperta, ma proprio alla luce di quel precedente i sospetti che la "nuova polizia" possa portare avanti anche una sorta di "giustizia fai da te" non si sono ancora dissipati. Al pari degli atti predatori subìti dagli orientali.

Nelle prossime ore potrebbero dunque esserci nuovi sviluppi: il primo cittadino riferirà infatti in consiglio comunale, a seguito dell'interrogazione sul tema presentata dal gruppo consiliare cittadino di FdI.

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