Politica

Dallo schiaffo di Trenta e Toninelli allo scontro Salvini-Conte: le tappe che hanno portato al processo Open Arms

Quanto accaduto nelle ultime ore altro non è che un riflesso del braccio di ferro politico sorto nell'agosto del 2019 e che ha portato, tra le altre cose, alla caduta della maggioranza gialloverde

Tutte le tappe che hanno portato al processo Open Arms contro Salvini

Era l'agosto del 2019, nel Mediterraneo le acque erano calme ma questo ha reso molto agitati gli scenari sotto il fronte politico. Diversi barconi sono potuti partire dalla Libia e il braccio di ferro tra Ong e Matteo Salvini, a capo del Viminale all'interno dell'esecutivo Conte I, è potuto andare avanti per tutta l'estate.

L'Ong spagnola Open Arms ai primi di agosto aveva iniziato a premere a largo delle acque italiane con a bordo diversi migranti. La politica aveva già tremato vistosamente nelle settimane precedenti: a inizio luglio ha imperversato il caso Carola Rackete, con la ragazza tedesca a capo della Sea Watch 3 che ha speronato a Lampedusa una motovedetta della Guardia di Finanza.

A fine luglio invece è stata la volta del caso Gregoretti, la nave della Guardia Costiera a cui Salvini ha negato lo sbarco ad Augusta dopo il soccorso di alcuni migranti. In mezzo, c'è stata anche la questione dell'approvazione dei decreti sicurezza. Poco prima della chiusura estiva del parlamento, in Senato è stata convertita in legge la norma voluta da Matteo Salvini che prevedeva, tra le altre cose, multe elevate per le Ong.

In quell'occasione si è avuto il canto del cigno della maggioranza gialloverde, quella cioè formata da Lega e M5S e che ha messo per la prima volta a Palazzo Chigi Giuseppe Conte. Le elezioni europee con il trionfo del carroccio pochi mesi prima avevano creato i presupposti per la fine prematura dell'alleanza nata dopo il voto del marzo del 2018.

Poi è arrivato per l'appunto il caso Open Arms. La nave spagnola più volte ha chiesto di entrare in Italia, nonostante fosse battente bandiera spagnola e Madrid in due occasioni avesse dato disponibilità all'accoglienza. Più volte, dal Viminale, è giunto un secco no. La vicenda, il cui procedimento oggi è arrivato alla chiusura della fase preliminare con il rinvio a giudizio di Matteo Salvini, ha contribuito a dare il colpo di grazia a quella maggioranza. Lo si è visto ad esempio nel ferragosto 2019, quando i ministri Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli, entrambi quota M5S e posti rispettivamente alla Difesa e ai Trasporti, non hanno firmato assieme a Salvini il divieto di ingresso alla Open Arms.

Sempre il 15 agosto 2019 il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha scritto una lettera aperta al ministro dell'Interno, accusandolo di slealtà nella collaborazione. Lo scontro tra grillini e leghisti era oramai a tutto campo. Non a caso quelli sono stati i giorni della cosiddetta “crisi del Papeete”, contrassegnati cioè dall'annuncio della fine della collaborazione tra i due partiti dato da Salvini poche ore dopo un video girato nel noto locale della movida estiva.

Una crisi che il caso Open Arms ha accentuato: “Siamo soli – scriveva il 16 agosto 2019 Salvini in una nota – siamo contro Europa, Ong e ministri impauriti”. Non è forse un caso che entrambe le questioni di quel bollente mese di agosto, Open Arms e crisi di governo, hanno trovato l'epilogo nella stessa giornata, il 20 agosto.

Nel pomeriggio in Senato Giuseppe Conte ha annunciato le dimissioni. Poche ore dopo a largo di Lampedusa Luigi Patronaggio, procuratore di Agrigento, è salito a bordo della nave spagnola ordinandone il sequestro. I migranti sono potuti sbarcare e nella città siciliana è stato aperto contro Salvini un fascicolo.

Carte poi finite per competenza a Palermo, dove la procura prima e il tribunale dei ministri poi si sono mossi a favore del rinvio a giudizio di Salvini. Le evoluzioni delle ultime ore, sono dunque figlie di quegli scontri politici dell'agosto del 2019. Anche perché per arrivare in tribunale, le carte hanno dovuto percorrere i meandri del parlamento. Il 30 luglio scorso il Senato ha dato via libera, grazie all'accordo nella maggioranza Pd - M5S a sostegno del Conte II, alla richiesta proveniente da Palermo di iniziare il procedimento contro Salvini.

Tutto il resto è storia delle ultime ore.

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