"La mia tv è rotta". Così il detenuto magrebino ha pestato l'agente

Un detenuto magrebino ha aggredito un agente del carcere di Firenze mandandolo in ospedale, perché il televisore nella sua cella non funzionava e voleva che lo riparassero all'istante: la denuncia del Sappe

Il carcere di Sollicciano, a Firenze
Il carcere di Sollicciano, a Firenze

Ha aggredito l'agente di polizia penitenziaria, mandandolo in ospedale. Il motivo? Il televisore della sua cella si era rotto e la risposta ricevuta circa i tempi necessari per sostituirlo non lo aveva evidentemente soddisfatto. Protagonista della vicenda svoltasi nelle scorse ore nel carcere di Sollicciano (Firenze) e denunciata dal Sappe è un detenuto nordafricano. Stando a quanto fatto sapere dal sindacato, l'extracomunitario si sarebbe rivolto con tono arrogante al preposto di turno, chiedendogli di cambiare la tv che si era rotta.

Questi gli ha promesso che si sarebbe attivato per risolvere il problema, suggerendogli di avere un po' di pazienza. Lo straniero, però, non ha voluto saperne: prima è uscito dall’ufficio e ha iniziato a sbattere le finestre della sezione con l’intento di romperle, poi si è scagliato contro il secondino intervenuto per calmarlo, minacciandolo con una lametta. Il poliziotto è riuscito a immobilizzarlo ma, per liberarsi dalla presa, il detenuto gli ha morso il dito indice della mano destra e gli ha procurato escoriazione sull’avambraccio sinistro. Per riportare la calma si è reso necessario l'intervento dei colleghi, con il magrebino (già durante i precedenti periodi di detenzione a Pisa e a Livorno segnalatosi a quanto pare per aggressioni analoghe alle guardie) che è stato poi condotto nella propria cella.

L'aggredito è invece stato precauzionalmente trasportato in ambulanza al pronto soccorso del nosocomio cittadino San Giovanni di Dio, dove ha ricevuto le cure del caso. Si è pero trattato dell'ennesimo episodio di aggressione ai danni degli agenti della penitenziaria andato in scena nella casa circondariale toscana. E il segretario generale del Sappe, Donato Capece, non le ha mandate a dire. “Si intervenga al più presto perché il personale della penitenziaria è allo stremo. Non si può continuare così, senza un minimo di sicurezza per i colleghi che vanno a lavorare e non sanno se e quando ritorneranno a casa, senza contusioni o quant’altro - il suo pensiero, espresso in una comunicato - mi preoccupa questo nuovo grave episodio avvenuto nel carcere di Sollicciano.

Anche perché continuano a restare inascoltate le nostre segnalazioni al Dap di Roma sulle disfunzioni e sugli inconvenienti che si riflettono sulla sicurezza e sulla operatività delle carceri campane e del personale della penitenziaria che vi lavora con professionalità, abnegazione e umanità nonostante una significativa carenza di organico. Ed è incomprensibile che chi ha il dovere di intervenire, ossia l’amministrazione penitenziaria regionale e nazionale, non intervenga tempestivamente”.

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