Un'altra vittoria di Milano Ci vive un super-ricco su 2

Un'altra vittoria di Milano Ci vive un super-ricco su 2

Dopo la vittoria su Stoccolma per l'organizzazione dell'Olimpiade 2026 e la notizia che anche il Salone dell'auto lascerà Torino per la Madonnina, un'altra buona notizia per Milano: è qui che vive un super-ricco italiano su due, come ha certificato l'Inps nel suo Rapporto annuale. C'è da dire che a doverci scommettere forse lo si sarebbe indovinato anche senza bisogno di tanti (...)

(...) studi, ma leggere numeri e flussi è davvero interessante. Perché più si alza l'asticella di quelli che l'Istituto definisce «top earner», più si riscontra una concentrazione al Nord, soprattutto nelle aree urbane. In particolare, vive nel capoluogo lombardo il 54% del top 0,01%, quella micro-fascia di privilegiati che guadagnano più di 533mila euro all'anno e anche il 42% del top 0,1%, ovvero chi di euro ne incassa oltre 217mila. La seconda classificata - sottolinea il Rapporto Inps - è Roma, ma «con percentuali che non raggiungono il terzo di quelle milanesi». E dunque, ora per Milano il difficile sarà evitare l'effetto boomerang. Quello, senza far nomi, di una squadra che vincendo per troppi anni il campionato di calcio, rischia di diventare odiosa al resto del Paese anche se in Europa non vince nulla. Con Milano che, invece, ha pure l'aggravante di aver organizzato un'Expo di straordinario successo che non solo ha vinto in Europa, ma nel mondo intero. E allora, per farla diventare più simpatica, bisognerà anche dire che se è indubbiamente vero il record dei Paperoni, è altrettanto certo che in nessuna città la qualità di vita per poveri e soprattutto poverissimi è così accettabile. Sarà il tradizionale e mai rinnegato spirito ambrosiano del buon borghese meneghino, sarà che dove c'è tanta ricchezza qualcosa finisce per arrivare anche ai piani sotto, ma non c'è dubbio che qui il welfare marci meglio che altrove e funzioni soprattutto l'attenzione per le frange più in difficoltà. Certo, tutto questo non è gratis e andrebbe più spesso ricordato che per poterla distribuire, la ricchezza va accumulata senza considerare, con vetusti ideologismi, il denaro sterco del demonio. Ed è forse per questo che proprio a Milano e in Lombardia le follie grilline tipo «decrescita felice» o le barricate alle infrastrutture come la Tav fanno davvero poca presa. Relegando i 5Stelle a semplici comprimari di una politica che ha bene in mente il rischio di quella demagogia volgarmente populista che solo negli ultimi giorni ha fatto perdere a Torino Olimpiadi e Salone e rischia di fargli perdere il treno (ad alta velocità) verso l'Europa. A Milano non succede.

Amministri la destra o la sinistra, Albertini o la Moratti, Pisapia o Sala, fa ben poca differenza, perché a comandare c'è sempre un tessuto culturale e imprenditoriale che ha ben chiaro cosa sia un progresso tecnologico ed economico che sappia ben coniugare gli affari con il rispetto di quell'Uomo vitruviano meravigliosamente disegnato da Leonardo al centro di un cerchio che così bene rappresenta una società civile evoluta come quella ambrosiana.

Giannino della Frattina

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