Cronache

Vaiolo delle scimmie, quali sono i sintomi e i tempi di guarigione

Si tratta di una malattia infettiva diffusa soprattutto in Ghana e Nigeria. Tra i sintomi ci sono i linfonodi ingrossati e piccole pustole sul corpo

Vaiolo delle scimmie, quali sono i sintomi e i tempi di guarigione

Il vaiolo delle scimmie, monkeypox, è causato da un virus diffuso soprattutto nel continente africano, e in particolare in Ghana e Nigeria. Si tratta di una infezione causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo ma che si differenzia molto dal vaiolo stesso per la minore diffusività e gravità. È diffuso in particolare tra primati e piccoli roditori, prevalentemente in Africa. L’infezione si trasmette dall’animale all’uomo attraverso la saliva e anche altri fluidi dell’animale o il contatto diretto con l’animale. Il serbatoio di questo agente patogeno è ancora sconosciuto ma dipenderebbe dalla promiscuità uomo-animale.

Trasmione e sintomi

In casi rari il virus può essere trasmesso dall’animale all’uomo, e in seguito può passare da uomo a uomo attraverso droplets, le goccioline del respiro, contatto con fluidi corporei o con le lesioni cutanee. Ancora non vi è la certezza che possa essere trasmesso sessualmente attraverso rapporti intimi, mancano ancora dati certi. È possibile che le persone che non sono state vaccinate contro il vaiolo, vaccinazione che in Italia è stata abolita nel 1981, siano a maggior rischio di infezione con il monkeypox per l’assenza di anticorpi che, per la similitudine del virus del vaiolo con il virus in questione, possono essere efficaci a contrastare anche questa virosi. Per ora un soggetto asintomatico non è considerato contagioso, ma è meglio evitare contatti stretti con persone a cui viene diagnosticata l’infezione.

I sintomi più comuni, e i primi a comparire, sono febbre, mal di testa, dolori muscolari diffusi e stanchezza. In seguito si ingrossano i linfonodi del collo e dopo qualche giorno compaiono delle bolle sul corpo simili a delle piccole macchie. La malattia si risolve spontaneamente in 2-4 settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche, senza lasciare solitamente strascichi; in caso di necessità possono venire somministrati degli antivirali. L’incubazione dura circa due settimane dal momento del contagio. Le forme fino adesso osservate sono state per la maggior parte lievi.

La diffusione nel mondo

Monkeypox non è molto diffuso al di fuori dell’Africa, ma sia in Europa che negli Stati Uniti ci sono stati dei casi in persone provenienti dal continente africano. Non vi è mai stato un allarme vero e proprio. Sul sito del governo britannico viene specificato che si tratta di un virus che non si diffonde facilmente nella popolazione e che il rischio è basso.

Alcuni casi sono stati segnalati in Portogallo , di questi 5 sono stati confermati e 20 sono sospetti, 8 casi sospetti in Spagna, almeno 4 in Gran Bretagna e quello confermato ieri in Italia allo Spallanzani. L’Organizzazione mondiale della sanità ha rilevato in Inghilterra recenti episodi tra chi ha avuto dei rapporti sessuali occasionali, soprattutto tra uomini. Un piccolo focolaio epidemico è stato riscontrato anche in una famiglia inglese.

Nel nostro Paese sono stati allertati i centri specialistici e l’Iss, l’Istituto superiore di sanità, ha attivato un gruppo di esperti per seguire gli sviluppi della situazione.

Come prevenire l'infezione

Non esiste un vaccino specifico contro il vaiolo delle scimmie. Quello contro il vaiolo dell’uomo può essere utilizzato e ha una efficacia dell’85%. Come abbiamo detto precedentemente, è possibile che le persone che non sono state vaccinate contro il vaiolo, vaccinazione che in Italia è stata abolita nel 1981, siano a maggior rischio di infezione con il monkeypox per l’assenza di anticorpi che, per la similitudine del virus del vaiolo con il monkeypox, possono essere efficaci a contrastare anche questa virosi.

Per prevenire il rischio di infezione è bene seguire le raccomandazioni che sono solitamente utili contro tutte le malattie infettive. Che sono poi quelle utilizzate anche contro il Covid: la prima regola è quella dell’igiene personale, soprattutto lavarsi e disinfettarsi spesso le mani.

Nel momento in cui compaiano dei sintomi o si hanno sospetti il consiglio è di rivolgersi al proprio medico di base.

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