Cronache

Vaticano, ora il Direttorio per la Catechesi si oppone al "gender"

Storica presa di posizione del Vaticano: "no" alla "teoria di gender". "Mette in discussione il dato rivelato: 'Maschio e femmina li creo"

Vaticano, ora il Direttorio per la Catechesi si oppone al "gender"

La Chiesa cattolica sta utilizzando questo tempo per prendere posizioni su alcune questoni: oggi il Direttorio per il Catechismo del Vaticano si è espresso contro la cosiddetta "teoria gender". Non è la prima volta che un organo ufficiale della Santa Sede si esprime sul tema: già nell'estate del 2019 c'era stata qualche discussione interna.

I toni scelti oggi sembrano ancora più perentori: "L'identità di genere, secondo tale posizione, non è più un dato originario che l'uomo deve accogliere e riempire di senso, bensì una costruzione sociale che si decide autonomamente, svincolata totalmente dal sesso biologico. L'uomo nega la propria natura e decide che è lui stesso a crearsela. Invece, secondo il racconto biblico della creazione, l'uomo è stato creato da Dio come maschio e come femmina", si legge nel testo derivante dal lavoro del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, così come ripercorso dall'Agi. Ma ancora più forte è la premessa di questa che è una stroncatura totale del "gender".

La teoria, per i membri del Pontificio consiglio, ha la responsabilità di mettere "... in discussione il dato rivelato: 'Maschio e femmina li creo". Papa Francesco, nel corso di questi anni, ha parlato in più circostanze di "colonizzazione ideologica" dovuta al gender, ma forse la critica delle istituzioni cattoliche non era mai stata così nitida. In questi quasi sette anni di pontificato, Jorge Mario Bergoglio ha ricevuto molte critiche. Sul "gender", però, nessuno ha mai sollevato questioni: anche il Papa è contrario alla sua diffusione, così come il "fronte tradizionale". Certo, dovendo sollevare perplessità attorno al "gender", il Vaticano ha dovuto inserire quella terminologia all'interno di un documento ufficiale. Una scelta che potrebbe alimentare qualche perplessità in qualche emisfero ultra-tradizionalista, ma la motivazione di fondo per cui "gender" è stato citato è chiara.

Il documento - come specificato dall'Adnkronos - chiarisce altresì che la "Chiesa è ben consapevole della complessità delle situazioni personali vissute, a volte, in modo conflittuale. Essa non giudica le persone, ma invita ad accompagnarle sempre e in qualsiasi situazione". Non vi è alcun giudizio di condanna, dunque. Anche perché in molte realtà episcopali si sta ragionando di vere e proprie pastorali dedicate alle persone Lgbt. Quelle pastorali sì che vengono criticate, ma questo è un altro discorso.

Dopo l'opposizione della Conferenza episcopale italiana al Pd Zan-Scalfarotto, dunque, è stata la Santa Sede a dire la sua. Il progetto di legge e la "teoria" non sono la stessa cosa, ma in qualche modo possono essere associati almeno in termini culturali. La conclusione è cristallina.Il Vaticano ha messo nero su bianco che "in una prospettiva di fede, la sessualità non è solo un dato fisico, ma è una realtà personale, un valore affidato alla responsabilità della persona. In questo modo l'identità sessuale e il vissuto esistenziale dovranno essere una risposta alla chiamata originaria di Dio".

Nessuna apertura al gender, che per la Chiesa cattolica andrebbe contrastato.

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