Cronache

La vendetta dei rom: devastano il canile

Cliccatissimo sul web il video con la vera storia di un cucciolo Che ha ritrovato «parte» del suo padrone nel paziente trapiantato

La vendetta dei rom:  devastano il canile

Forse una vendetta, anche se non si sa bene per cosa. Hanno aspettato che i volontari del turno pomeridiano se ne andassero. Poi, in serata, hanno devastato tutto. I serramenti sono spaccati. La sala chirurgica è fuori uso, come l'ambulatorio. Nei sotterranei, sono stati distrutti tre container dedicati ai cuccioli. Un cane cieco e anziano, terrorizzato, non vuole più muoversi dall'angolino in cui si è rintanato. Il canile dell'Enpa Torino di via Germagnano 8 è fuori uso. L'irruzione, che secondo la testimonianza del personale dell'Enpa sarebbe stata effettuata da un gruppo di rom che vive nel campo che confina con l'associazione. Dalle 18 al canile non c'erano più volontari, visto che l'ente, no profit, non ha le risorse necessarie per tenere aperta la sede anche di sera e di notte. Alcuni testimoni che si trovavano in un altro canile di fronte all'Enpa hanno visto dei movimenti strani e hanno dato l'allarme ai carabinieri. I militari sono intervenuti subito. È accorsa sul posto anche Tiziana Berno, la responsabile del canile, che racconta: «Un ragazzo ha visto una trentina di persone uscire di corsa dalla nostra struttura ed entrare nel campo rom attraverso un buco creato nel muro, che delimita il confine dell'area. Sicuramente hanno scavato apposta l'apertura per fare il blitz. I carabinieri li hanno inseguiti fin dentro il campo rom, ma penso che si siano poi dispersi. Una volta dentro al campo è impossibile prenderli». «Sono sicura che si tratti di rom – precisa la responsabile – dall'inizio dell'anno siamo stati colpiti da loro almeno una decina di volte».

Accade spesso. Un animale che ci insegna ad essere uomini. E ad avere un cuore che batte per gli altri. Ma in questo caso c'è un passaggio in più: una campagna progresso su un tema di grande valore etico affidata un testimonial cane. Non nel senso di un attore che recita da cane, ma un vero cane. Esattamente un bastardino marrone, di quelli che ti è impossibile non amare e dai quali e impossibile non essere amati.

Una reciprocità di sentimenti, un rapporto unico, che può capire solo chi ha la fortuna di condivedere l'esistenza con l'unico amico disposto a dare più di quanto riceve.

Chiamarla fedeltà è limitativo; è qualcosa di più, molto di più. Non è quindi casuale che un'associazione governativa argentina, la Fundacion de Transplante Hepatico, abbia deciso di ingaggiare proprio un cane per sensibilizzare il pubblico al dono più prezioso (per chi lo riceve) e al più generoso (per chi lo offre): la donazione degli organi, appunto.

Un tema che, incredibilmente, continua a dividere invece di unire le coscienze.

L'egoismo in vita è una brutta cosa, ma è «comprensibile»; ma come definire l'egoismo post mortem di chi non permette che una parte del proprio corpo possa salvare un'altra persona? Eppure perfino sulla donazione degli organi (un atto di altruismo liberatorio che potrebbe, da solo, riscattare una vita fatta di miserie) c'è chi reclama distinguo, leggi, regolamenti, limitazioni, permessi, burocrazia.

Quel cane testimonial serve a questo: a farci vergognare per quanto siamo stronzi.

Il video (regia di Rodrigo Garcia Saizche) è ispirato a una storia vera e sta commuovendo il mondo, migliaia i «mi piace» e i «post» anche su molti siti d'informazione italiani.

Il promo, realizzato dall'agenzia di comunicazione, si apre con il cane che la mattina sveglia il padrone leccandogli il volto e si chiude con l'animale che fa le feste alla ragazza cui è stato trapiantato il fegato dell'uomo.

In mezzo, tra la scena inizia e quella finale, una storia di straordinaria tensione emotiva. Il padrone si sente male, arriva l'ambulanza, il cane corre fino all'ospedale e si accuccia davanti all'ingresso in attesa che il paziente venga dimesso. L'uomo invece muore. Ma il suo fegato salva la vita a una giovane donna che esce dalla clinica su una carrozzina. Il cane non l'ha mai vista prima, ma le fa festa, riconoscendo in lei «qualcosa» del padrone ormai scomparso. Il video si chiude così. Ma gli occhi di quel bastardino marrone restano aperti.

Fissi, sui nostri egoismi.

Commenti