Venezia, allarme acqua alta: 70 centimetri nella Basilica di San Marco

Il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, invia gli ispettori. Intanto ingenti danni ai marmi, ai mattoni e alle colonne dello storico edificio

Venezia, allarme acqua alta: 70 centimetri nella Basilica di San Marco

Un dramma quello che di tanto in tanto colpisce la perla della laguna. L’acqua alta, che in tarda serata ha superato i 180 centimetri, ha invaso poco meno del 50 per cento del centro storico di Venezia e gran parte di Piazza San Marco, uno dei punti più bassi della città e ancora una volta non ha risparmiato la Basilica. “L’acqua ha invaso l’atrio con 70 centimetri di altezza che sicuramente produrranno danni ai materiali lapidei: mattoni e alle colonne dello storico edificio”, spiega all'Adnkronos l’ingegner Pierpaolo Campostrini della Procuratoria di San Marco.

“Noi abbiamo messo in atto un sistema di valvole e di pompe che protegge la basilica fino ad acque alte di 80 centimetri, ma poco possiamo contro acque alte di 130 centimetri come quella di oggi, ed il problema è che sono previsti altri picchi nei prossimi giorni. Stiamo studiando un sistema che possa proteggere i muri e quindi gli intonaci ed i mosaici anche con le acqua alte eccezionali, ma c’è bisogno dell’intervento dello Stato”.

Invaso il nartece, ad essere sommersi sono stati anche i marmi recentemente sostituiti. Un evento raro, a dispetto invece della frequenza, peraltro in aumento, del fenomeno dell’acqua alta. “Per quanto riguarda il nartece, l’allagamento genera danni per capillarità nei mattoni - afferma Campostrini - l’acqua sale più in alto, quindi non possiamo che ribadire: i danni ci sono. Un terremoto o un crollo di un edificio sono evidenti, ma un’invasione del mare ripetuta come questa accresce il danno che è subdolo, perché nascosto. L’acqua va via ed evapora, ma il sale rimane dentro”.

Per il nuovo picco previsto questa notte, Campostrini fa sapere che il Proto starà in Basilica con “le nostre maestranze finché l’acqua non scende. Le previsioni hanno una loro incertezza, le cose potrebbero andare meglio ma anche peggio, quindi il monitoraggio visivo deve essere continuo. Faremo quel che possiamo fare in attesa che lo Stato adempia alle sue promesse, il che vuol dire il Mose e l’impermeabilizzazione della piazza”. Stando alla stessa procuratoria di San Marco, l’allagamento di oggi della Basilica ha solo sei precedenti in tutta la sua storia.

La costruzione venne iniziata nel IX secolo con il doge Giustiniano Partecipazio che la eresse per custodire le spoglie di San Marco evangelista. Il peggio solo sei volte dunque in 1.200 anni, ma il dato allarmante è che di queste, tre si sono verificate negli ultimi 20 anni. L’ultima il 30 ottobre 2018, quando l’acqua invase alcune decine di metri quadri del millenario pavimento a mosaico marmoreo, di fronte all’altare della Madonna Nicopeia. L’acqua in quel caso inondò completamente il Battistero e la Cappella Zen arrivando ben 90 centimetri sopra il pavimento mosaicato del nartece e bagnando i monumentali portoni in bronzo bizantini, le colonne e i marmi.

“Attendiamo gli esiti del sopralluogo degli ispettori del ministero che avverrà non appena l’attuale fenomeno di acqua alta sarà terminato.

Ma siamo pronti a finanziare quanto richiesto lo scorso anno dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna per la tutela della Basilica di San Marco”, queste le parole del ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini. Si spera che dalle parole, poi si passi effettivamente ai fatti. Come promesso.

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