La frenesia imprenditoriale di questi giorni dal Vinitaly al Salone del mobile di Milano prova quanto sia vera l'analisi che fece Alberto Sordi quando disse: «Gli italiani si governano da soli». Aggiungo: se fossero davvero soli probabilmente si governerebbero meglio, è che purtroppo soli non sono ma ogni giorno devono fare i conti con uno Stato che fa di tutto per metterli costantemente in difficoltà. E lo stesso vale per i cittadini comuni. Ieri su Twitter ho letto il seguente post (damasco65) di verità: «Quando prendi lo stipendio il 23 per cento ti viene tolto con l'Irpef, il 27,7 dall'Inps e te ne rimane il 49,2. Quando spendi questi soldi il 22 per cento va via sotto forma di Iva. Lo Stato incamera quindi il 72,7 per cento del tuo lavoro, senza contare i contributi locali. Ci avete mai pensato?».
Certo che noi ci abbiamo pensato e ci pensiamo ogni giorno. Chi non ci pensa è questo governo. Che cosa ha fatto per migliorare la situazione di famiglie ed imprese? Nulla, parole e passerelle. Quelle di questi giorni sui palcoscenici di Milano e Verona allestiti dall'Italia migliore e derubata sono imbarazzanti.
Con che coraggio ci si presenta alla élite imprenditoriale del Nord dopo aver buttato i pochi soldi a disposizione nel reddito di cittadinanza finito come ovvio in gran parte al Sud nonostante le bugie di Di Maio - e nel coprire il debito pubblico di Roma, detto no alla Tav e alle Olimpiadi invernali sull'asse Milano-Cortina? Vogliamo ricordare che in nome di un becero giustizialismo questo è il governo che con la legge pomposamente chiamata «spazza corrotti» ha avviato una stagione di persecuzione giudiziaria permanente di chi fa impresa (anche con l'uso di agenti sotto copertura e l'abolizione della prescrizione)?
Di Maio che si fa bello con i mobilieri brianzoli piuttosto che con i produttori di vino dell'Oltrepò è un po' come se il diavolo andasse a rassicurare e circuire le beghine alla messa
domenicale. Queste sono persone e aziende che hanno bisogno di treni veloci, infrastrutture, rapidità nelle risposte, autonomia e flessibilità nei contratti. Non di tasse e sceriffi. Per dirla alla Berlusconi: apriamo gli occhi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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