«Mano sul cuore, tutto ciò che posso dire è che non eravamo assolutamente a conoscenza della sua radicalizzazione». Tocca alla ex preside della Quintin Kynaston Academy, il liceo a nord di Londra frequentato da «John il jihadista» quando era ancora quattordicenne nel 2002, difendersi dai sospetti di essere all'origine del percorso che lo vede oggi, identificato col nome di Mohammed Emwazi, simbolo della ferocia islamista. Mentre la madre del tagliagole inglese racconta di averlo riconosciuto dalla voce nel video in cui sgozza il giornalista James Foley - «Quello è mio figlio» ha urlato davanti alla tv, senza poi avvertire le autorità - il governo apre in queste ore un'inchiesta sull'istituto, frequentato al 70% da musulmani, dopo aver scoperto che tra i suoi banchi hanno studiato anche altri due terroristi: Choukri Ellekhlifi, 22 anni, partito per combattere in Siria e ucciso nel 2013 e Mohammed Sakr, 27 anni, morto in battaglia in Somalia al fianco del gruppo Al-Shabaab. Ormai sono decine le scuole secondarie londinesi nel mirino dell'esecutivo e diverse anche le università sospettate di tollerare la presenza o la diffusione di messaggi di gruppi o studenti estremisti. A spiegare alla perfezione nella sua autobiografia Radical come l'islam radicale si insinui nei licei e nei college inglesi è Maajid Nawaz, ex fondamentalista britannico che per anni è stato incaricato di diffondere l'islam politico nel Regno Unito e all'estero per conto del gruppo integralista Hizb al-Tahrir. «Mascheravamo i nostri discorsi per l'islam politico dietro al velo del multiculturalismo e tacciavamo ogni obiezione come forma di razzismo o bigottismo», spiega Nawaz, oggi co-fondatore, insieme con l'altro pentito dell'islamismo Ed Husain, del gruppo Quilliam che si batte contro l'estremismo. «Ridevamo degli attivisti democratici», «sapevamo che se fosse stato qualche gruppo di estrema destra come il Bnp a parlare le autorità lo avrebbero impedito, invece «a causa del discorso religioso contenuto nel nostro messaggio ci lasciavano fare per paura di offendere la nostra sensibilità religiosa».
Oggi sotto accusa a Londra c'è la Westminster University, dove il tagliagole Emwazi ha proseguito i suoi studi e che ha cancellato il 26 febbraio, sull'onda della notizia dell'identificazione di «Jihadi John», il discorso dell'imam radicale Haitham al-Haddad, considerato uno dei predicatori dell'odio per i suoi discorsi contro omosessualità e apostasia (rinnegare l'Islam è «un crimine») ma già invitato a parlare nell'ateneo due anni fa, con un blitz improvvisato al posto di un oratore moderato. D'ora in poi, fa sapere il governo, qualsiasi istituto i cui studenti hanno legami accertati con il terrorismo finirà sotto inchiesta, così come sta già accadendo alla Bethnal Green Academy, la scuola nell'est di Londra frequentata dalle tre adolescenti fuggite di casa per unirsi alla battaglia dell'Isis.
L'allarme è serio. Proprio nell'est della capitale, la zona a più alta presenza islamica, l'Ofsted ha già segnalato a fine novembre, dopo una serie di ispezioni d'emergenza, i gravi pericoli di radicalizzazione in almeno sei scuole private islamiche dove «il benessere fisico e l'istruzione degli studenti sono «seriamente compromessi» a causa di insegnamenti «incentrati esclusivamente» su temi islamici. Centinaia di ragazzi non hanno chiara la differenza fra la shari'a - la legge islamica, cioè il complesso di norme fondate sul Corano - e la Common Law, l'ordinamento giuridico che vige in Gran Bretagna. Molti allievi hanno risposto che il lavoro delle donne è «stare a casa, pulire, e badare ai bambini». «La maggior parte delle lezioni è incentrata su studi arabi o islamici - spiegano gli ispettori - e la comprensione dei valori fondamentali britannici di democrazia, libertà individuali, rispetto reciproco e tolleranza inadeguata». Un fenomeno che non riguarda solo Londra.
Pochi mesi fa a Birmingham una commissione d'inchiesta ha indagato, dietro segnalazione, sul cosiddetto «cavallo di Troia», un presunto piano degli estremisti islamici per indottrinare bambini e giovani all'islam radicale». Ha fotografato un sistema in cui maschi e femmine sono separati, la musica e le festività cristiane vietate.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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