Rimini, pronto soccorso. Una donna di 64 anni da poco in pensione si presenta accusando un forte male alla testa con tanto di rumori nell'orecchio. I sanitari la prendono in cura e, per ben due volte, la dimettono. "È solo un mal di testa", le ripetono i medici. La sua, però, non era affatto una "cefalea": era un aneurisma e da lì a poco l'avrebbe portata alla morte.
In questa vicenda grottesca raccontata dal Resto del Carlino, ora il neurologo dell'ospedale di Rimini, Alberto Amadori, è finito a processo - iniziato qualche giorno fa - per il decesso della donna. Durante l'udienza sono state ripercorse le ultime tragiche ore di vita della donna. La vicenda inizia nel 2014, quando la signora inizia ad accusare il forte mal di testa con tanto di strani suoni nell'orecchio. Il neurologo la sottopone alla Tac, senza contrasto però, e la rimanda a casa. "È solo un male alla testa, prenda degli antidolorifici".
Dopo un mese la situazione non migliora e il dolore continua. A quel punto la donna si ripresenta all'ospedale di Rimini. Il medico le prescrive un Tac, ma da fare due giorni dopo. Ed è proprio in quel lasso di tempo che arriva il dramma. La donna torna a casa ed è colpita da un aneurisma cerebrale con tanto di emorragia. Il figlio assiste alla scena, con la madre che si accascia per terra. Poi la corsa in ospedale e l'operazione chirurgica. Per lei, però, non c'è stato nulla da fare e neanche quattro mesi dopo la donna ha perso la vita.
"Mia madre non si è più ripresa, riusciva a malapena ad aprire gli occhi e abbozzare un sorriso", spiega il figlio al quotiano. Ora il processo farà luce sulla responsabilità del medico.Leggi anche: Daniela, morta di aneurisma. Ma per i medici era mal di schiena
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