Cronache

Il virologo Pregliasco avverte: "Col freddo casi in aumento"

Il virologo Fabrizio Pregliasco profetizza una nuova impennata di contagi. "Col freddo c'è il rischio che i casi aumentino"

Il virologo Pregliasco avverte: "Col freddo casi in aumento"

"Il freddo e gli sbalzi termici possono causare un forte aumento dei casi Covid". Non ha dubbi Fabrizio Pregliasco, virologo e ricercatore dell'Università degli Studi Milano, sull'andamento dei contagi nei prossimi mesi. "Sarà fondamentale una grande attenzione su come gestire le misure di precauzione, che dovranno essere ancora più oculate e stringenti per evitare di ritrovarci in una condizione ingestibile", avverte.

La "terza ondata" sembra, ormai, una certezza. A dirlo sono gli esperti che, da circa un anno, seguono l'evoluzione della pandemia in Italia. Complice il freddo, il Covid potrebbe acquisire rinnovata virulenza facendo segnare l'ennesima impennata della curva epidemiologica. "Gli sbalzi di temperatura - spiega Pregliasco in una intervista al quotidiano La Stampa - hanno un'efficacia purtroppo notevole nel favorire la diffusione dei virus respiratori come l'influenza, ma anche di quelli simil influenzali. Sicuramente si tratta di uno degli elementi di facilitazione anche per il Covid, perché blocca quella che viene definita clearance mucociliare, che è un meccanismo di rinnovo pulitivo del muco su tutto l'albero bronchiale".

In questi lunghi mesi di osservazione è stato accertato che la temperatura ottimale per il virus (quando diventa inattacabile, per intenderci) si aggira attorno ai quattro gradi. Ma non è tutto. Durante la stagione invernale, anche il nostro sistema immunitario s'indebolisce aprendo la strada "al nemico" o, in ogni caso, ne agevola il passaggio attraverso le ormai note "vie di accesso" (naso, bocca e occhi). "La barriera di ciglia, posizionata sotto lo strato di muco, garantisce la continuità del flusso. - continua il virologo - Vi è infatti una continua produzione a livello degli alveoli di muco e, con un movimento simile a quello delle palette, tutto il sistema di clearance mucociliare fa sì che ci sia un flusso che dal basso va verso l'alto. Di inverno, però, tutto questo processo di pulizia può rimanere bloccato a causa dello sbalzo termico. Si riduce così un'ulteriore barriera protettiva contro i virus. Non dimentichiamo poi che di inverno si sta di più a casa o comunque in posti chiusi e quindi si è un maggior rischio di contagio o di trasmissione del virus".

Dunque, a detta dell'esperto, il furturo non promette nulla di buono. Senza contare che, inoltre, la diffusione dei virus influenzali (quelli stagionali) potrebbe aggravare la situazione rendendo ancor più complicato il distinguo tra le diverse tipologie d'infezione. "Speriamo che al contagio da Sars Cov 2 non si aggiungano anche gli effetti negativi dell'influenza.-afferma -Per evitare di intasare ancora di più gli ospedali, già al limite, auspichiamo che i contagi per il virus influenzale rimangano a livelli bassi, come è successo in Australia. Però è chiaro che, dopo le festività, dovremo fare molta attenzione a mettere in campo misure molto stringenti e oculate".

Per arginare la eventuale nuova scia di casi bisognerà provvedere anzitempo a rinforzare le misure anti-contagio. La preoccupazione maggiore, infatti, resta la pressione sugli ospedali che potrebbe rinnovarsi dopo un periodo di relativa quiete. "Sarà fondamentale soprattutto una grande attenzione alla gestione dei mezzi di trasporto pubblico.

Lo scaglionamento degli orari degli studenti o dei lavoratori è inefficace se non viene aumentata la frequenza del numero dei mezzi a disposizione", conclude Pregliasco.

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