Cronache

"Migranti positivi sono in giro". E scoppia il terrore per strada

Migranti positivi circolano liberamente a Monastir, in Sardegna. Ora il sindacato denuncia la mancanza di controlli. E i migranti occupano pure dei locali

"Migranti positivi sono in giro". E scoppia il terrore per strada

Discoteche chiuse e porti aperti: il doppiopesismo del governo giallorosso è evidente ai più, ma il problema si acuisce nel momento in cui alcuni dei migranti che sbarcano sulle nostre coste risultano essere positivi al Covid-19. Nel corso di questo mese, è stato registrato un vero e proprio boom di sbarchi. Poi esistono episodi particolarmente allarmanti. In provincia di Cagliari, per esempio, c'è chi, tra coloro che hanno contratto il virus, non ha alcuna difficoltà a dimorare o a passeggiare tra le strade, dunque ad avere contatti con altre persone, esponendo terzi al rischio di contagio.

Trattasi di migranti che riescono, in qualche modo, a scongiurare i controlli che imporrebberro - se solo venissero rispettate - quarantena ed altre misure di restrizione. Nello specifico, è stato segnalato il caso di Monastir, un paese di quasi cinquemila anime in provincia di Cagliari, dove in questi giorni sono stati accolti centocinquanta persone provenienti per lo più dal Nord Africa. Ecco, il numero non è noto, ma si ha contezza di come qualche migrante tra questi porti suo malgrado in dote la positività al Covid-19.

Le autorità hanno inteso stroncare la diffusione dei contagi a virus mediante il blocco delle discoteche, ma i migranti positivi - quelli destinati ai reparti ospedalieri specializzati - non hanno troppa difficoltà a passeggiare per Monastir. Stando a quanto riportato dall'edizione odierna di Libero, il dato è tanto lapalissiano da produrre come effetto l'inoltro di una lettera da parte del Sap, il sindacato autonomo di polizia. Una missiva - quella sindacale - tesa a sottolineare le preoccupazioni relative al quadro venutosi a creare. Il governo dovrebbe prendere provvedimenti.

La fonte sopracitata segnala quanto segue: "Il controllo nei reparti infettivi viene fatto la mattina e la sera. Poi se durante il giorno i contagiati se ne vanno in giro, nessuno vigila. Come l'hotspot di Lampedusa, anche Monastir ha un ventre molle. C'è una parte retrostante priva di barriere. I lavori di ristrutturazione non sono mai stati finiti. Allora i migranti scavalcano agevolmente il muro di cinta". La popolazione non può che essere preoccupata. Il ministro Lamorgese, stando a quanto apprendiamo, dovrebbe aver ricevuto la lettera del Sap. Ma ad oggi non c'è alcuna certezza inerente ad interventi tesi ad invertire la situazione di Monastir, che può diventare, sempre nel caso non lo sia già, un vero e proprio focolaio del Belpaese. Uno di quelli che l'esecutivo avrebbe voluto evitare, almeno nelle intenzioni, in queste settimane che precedono peraltro la riapertura dei plessi scolastici. Ma non è tutto.

Il controllo certosino è talmente sfuggito dalle mani degli enti preposti da consentire ad alcuni migranti di mettere in atto un'occupazione di un edificio destinato alle forze dell'ordine: "...una decina di algerini ha occupato alcuni locali dove sono presenti gli uffici di Polizia, le macchinette ed i bagni a noi dedicati costringendo i colleghi all'espletazione dei bisogni fisiologici all'esterno della struttura", hanno fatto sapere dal Sap. La sensazione è che i contagiati, per via dell'eventualità che questi comportamenti possano essere stati messi in atto da persone positive, possano raggiungere cifre superiori a quelle odierne in seguito alla naturale incubazione del patogeno. Ma parliamo - come specificato - di un'ipotesi che solo il tempo potrà corroborare.

Certo, c'è la sussistenza di una difficoltà di gestione che l'esecutivo avrebbe il dovere di risolvere in tempi brevi. La gestione dei fenomeni migratori durante una pandemia continua a costituire un banco di prova decisivo: i viaggi - come abbiamo potuto constatare - sono uno dei principali vettori mediante cui il Covid-19 ha facilità di balzare da una parte all'altra del mondo, colpendo popolazioni molto distanti tra loro.

Vale per i giovani che vanno in discoteca dopo essere rientrati da una vacanza all'estero o meno, ma sembra - considerata anche questa storia di Monastir - valere meno per chi cerca rifugio sulle nostre coste.

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