Politica

Un "whatever it takes" per i vaccini e per Luca

Non sappiamo difendere i nostri ambasciatori mandati in zone di guerra, ma non sappiamo neppure vaccinare gli italiani in tempo di pace

Un "whatever it takes" per i vaccini e per Luca

Non sappiamo difendere i nostri ambasciatori mandati in zone di guerra, ma non sappiamo neppure vaccinare gli italiani in tempo di pace. Non siamo messi bene, ma è come se chi di dovere non se ne rendesse conto. Non invidio Mario Draghi, al quale al momento nulla può essere imputato, perché il suo compito è ciclopico.

A noi comuni mortali non interessa il perché - le spiegazioni abbonderanno - un ambasciatore in Congo non avesse un'auto blindata né una scorta adeguata; a noi non importa il motivo per cui non abbiamo abbastanza vaccini - l'Europa inadeguata o le multinazionali del farmaco fameliche. A noi importa che ammazzano per strada dei servitori dello Stato e che devo essere, diciamo così, «contento» di aver preso il Covid, perché così, se tutto andrà bene, sarò naturalmente immune senza aspettare il mio turno (maggio, giugno?) di vaccinazione.

Ecco, io sogno che il nuovo governo non ci spieghi perché non si può fare una certa cosa, ma che la faccia «costi quel costi», per rubare la celebre frase «whatever it takes», seguita da fatti, con cui Draghi sconfisse la speculazione sull'euro e salvò sia la moneta sia l'Europa.

«Whatever it takes», l'Italia deve proteggere la vita dei suoi rappresentanti nel mondo e risolvere il problema della scarsità di vaccini, che è la mamma di tutti i problemi, perché ormai è chiaro che senza una sufficiente immunità l'economia e il commercio non potranno ripartire a pieno regime, al di là delle legittime rimostranze delle categorie interessate alla stretta. Compratele, arriverei a dire, per paradosso, anche rubatele, ma portate a casa queste benedette fiale.

Lo dovete anche a chi, come l'ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci, morto in un estremo tentativo di difesa insieme all'autista indigeno, credeva fortemente di rappresentare nel mondo un Paese serio e autorevole, capace di affrontare e risolvere le situazioni più difficili.

Io mi auguro che in Congo nulla resti impunito. Ma anche in Italia abbiamo bisogno, se non di punizioni, almeno di un repulisti di incapaci. Ci hanno fatto credere che il momento è arrivato, forse parliamo dell'ultimo treno. La prego presidente Draghi: whatever it takes.

Commenti