Cronache

Lo zaino rubato, poi la morte. Giallo risolto: cos'è successo a Giacomo Sartori

Giacomo Sartori fu ritrovato senza vita a Casorate Primo (Pavia) nella notte tra il 17 e il 18 settembre. Il pm verso l'archiviazione

Lo zaino rubato, poi la morte. Giallo risolto: cos'è successo a Giacomo Sartori

Giacomo Sartori, il 29enne di Mel (Belluno) ritrovato senza vita nella notte tra il 17 e il 18 settembre scorso a Casorate Primo, in provincia di Pavia, avrebbe scelto di togliersi la vita. Sono le conclusioni a cui sono giunti gli esperti del nucleo investigativo di Milano secondo cui il ragazzo, perito informatico presso un'azienda di Assago, si sarebbe suicidato. Stando a quanto riporta il Corriere della Sera, il pm Andrea Zanoncelli è pronto a chiedere al giudice l'archiviazione del caso: "Un'inchiesta che ha seguito lo stesso meticoloso protocollo previsto nel caso di omicidio".

Il giallo della scomparsa

Nessun mistero sulla morte di Giacomo Sartori. Il 29enne scomparve nella notte tra il 17 e il 18 settembre del 2021 dopo aver trascorso la serata in un'enoteca di Via Vittorio Veneto, a Milano. Si allontanò dal locale attorno alle 23.30 a seguito del furto dello zaino con all'interno il pc aziendale, i documenti e il portafogli. La sua auto, una Volkswagen Polo di color grigio scuro, fu ritrovata il mercoledì successivo a Casorate Primo, nel Pavese. A pochissima distanza dalla vettura, nei pressi dell'agriturismo Cascina Caiella, fu rinvenuto il corpo senza vita del ragazzo impiccato con una catena e un cavo elettrico ad un albero. Le circostanze delle scomparsa, nel contesto del furto anomalo subito qualche ora prima del gesto autolesionistico, avevano indotto gli inquirenti a ritenere plausibile la pista dell'omicidio. A distanza di circa 8 mesi dall'accaduto, gli investigatori escludono l'ipotesi delittuosa.

L'autopsia

A fissare un punto fermo sulle circostanze del decesso è l'esito dell'autopsia: "Nessun segno di violenza o di pressione esterna", si legge a margine del referto medico-legale. Il Dna rinvenuto sulla catena e sul cavo elettrico che il ragazzo avrebbe usato per togliersi la vita appartengono alla vittima. Così come sono di Sartori le tracce genetiche all'interno dell'auto aziendale in uso al 29enne. L'unica anomalia riguarda i sedili della vettura, leggermente reclinati rispetto alla posizione ordinaria di guida, ma compatibile con il fatto che il giovane sia rimasto verosimilmente a pensare qualche ora prima di farla finita. Attorno alla mezzanotte di quella tragica sera - ricostruiscono gli inquirenti - Sartori sarebbe rientrato a casa per qualche minuto salvo poi rimettersi alla guida della vettura. La telecamera del casello di Binasco lo immortalano dopo l'una. All'1.40 il cellulare si spegne: nessun messaggio, nessuna chiamata prima dell'estremo gesto.

Il computer

Se c'è un "giallo" in questa drammatica vicenda riguarda il pc aziendale. Quella notte di settembre, Sartori avrebbe tentato invano di connettersi da remoto al portatile per cancellare i dati dall'hard disk. Un'operazione pressochè impossibile dal momento che il dispositivo era spento. Cosa c'era su quel pc? Secondo il datore di lavoro del 29enne nulla di rilevante, informazioni di poco conto.

Resta il mistero di un morte incomprensibile - forse dovuta a una sorta di esaurimento emotivo per il fatto che gli avessero rubato due volte il pc in pochi mesi - e il dolore profondo dei familiari.

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